lunedì, 2 novembre 2009
POZZOROMOLO E MERIDIANO ZERO. Incontro con Marco Vicentini e L.R. Carrino
È da tempo che seguo con interesse Meridiano Zero, la casa editrice condotta da Marco Vicentini. Ed è da tempo che mi riprometto di dedicare un post a uno dei suoi libri.
Così, quando qualche giorno fa ho ricevuto una mail dallo stesso Vicentini… ho colto, come si suol dire, la palla al balzo.
Nella mail, tra le altre cose, si parla di un libro in particolare. Un romanzo che, così mi scrive Marco, “tratta temi gravi e importanti, quello dell’identità sessuale e della malattia mentale, tramite la storia di un giovane travestito che è rinchiuso in un ospedale psichiatrico giudiziario ante-legge Basaglia, e li tratta con la sapienza e delicatezza del poeta che sa quando affondare la lama oppure accarezzare con il suo respiro”.
Poi Vicentini continua così: “Non sono un illuso, però. So benissimo che se nessuno ne parla, il libro può essere bello quanto si vuole, ma lo sapranno in pochi. Spero tanto che si riesca a innescare un passaparola che ritengo sarebbe uno dei più giustificati e ragionevoli della storia della letteratura degli ultimi anni”.
Ho promesso a Marco che avrei organizzato una discussione su Letteratitudine…
Vorrei discutere con lui, e con voi, del progetto editoriale di Meridiano Zero. E dello stato di salute della piccola editoria.
E poi vorrei approfondire la conoscenza di questo libro grazie alla conpresenza dell’editore e dell’autore. Il titolo del romanzo è “Pozzoromolo”. L’autore si chiama Luigi Romolo Carrino (e si era già messo in evidenza con il precedente romanzo Acquastorta). Ho già avuto modo di leggere le prime cento pagine e sono rimasto colpito dalla scrittura nervosa, lirica e visionaria della voce narrante (organizzata seguendo una struttura diaristica). Una storia dura e poetica, al tempo stesso. Un incrocio tra amore e violenza, sogno e incubo.
Mi piacerebbe, inoltre, discutere sulle tematiche del libro… in particolare quella legata alla malattia mentale.
Questa è la scheda del romanzo: “Gioia è l’amore dalle unghie laccate, i capelli biondi, l’ombretto verde, mentre la notte proietta luci bugiarde sulla parete. È rinchiusa in un manicomio criminale, ha la mente labile di una bambina, immobilizzata in un letto aspetta i farmaci che le sottraggono i ricordi. Ombre vengono a ghermirla: il braccio che esce dalla parete portando la brace di una sigaretta accesa, il volto immobile di un bambino dalla cui bocca esce un rivolo d’acqua. Tutto brucia, tutto annega in quegli sprazzi di vita. Lei non ricorda che crimine ha commesso, non sa perché è lì, i frammenti di memoria si contraddicono a vicenda.
La sua mente candida, dimenticata dal mondo in un cimitero di vivi, tenta invano di ricostruire la verità, fino a una notte di san Lorenzo in cui, come terribili stelle, cadono a una a una le presenze ossessive di coloro che ha amato. C’era una masseria piena di sole con foglie di tabacco stese a essiccare, c’era una madre bella e degli aghi piantati nella carne in un’atroce punizione, c’era un padre che non c’era, c’era la strada e i clienti che compravano il suo corpo, c’era un amore crudele.
La verità che strappa alla notte è la carne che la fa sentire donna quando invece è nata maschio, che la fa pazza e che le ha macchiato le mani di un sangue che non ricorda di chi sia. Gioia è l’agnello che lava i peccati degli altri. È la ferita e la colpa, vittima predestinata di carnefici imperdonabili. Gioia ha amato le mani che la picchiavano, la stupravano, la scartavano.
Carrino racconta la malattia mentale e l’ambiguità sessuale come se attingesse al ventre in cui riposa l’infanzia collettiva dell’umanità, dimenticando le regole della prosa e della poesia e scegliendo di fare arte. Il sangue che versa disperde gli incubi delle nostre notti”.
Come anticipato, nell’ambito della discussione mi piacerebbe approfondire soprattutto la questione legata alla malattia mentale.
Mi domando (e vi domando): come sono percepiti, oggi, la malattia mentale e i disturbi psichici nella nostra società? In tal senso, che differenze ci sono (se ce ne sono) rispetto al passato?
La struttura sanitaria nazionale è sufficientemente organizzata per gestire le problematiche derivanti da malattie mentali e disturbi psichici? E anche in questo caso… oggi va meglio o peggio rispetto al passato?
Quali sono le vostre percezioni?
Non è escluso che, nel corso del dibattito, possa invitare addetti ai lavori specializzati in materia.
Massimo Maugeri
Tags: identità sessuale, l.r. carrino, luigi romolo carrino, malattia mentale, marco vicentini, meridiano zero
Scritto lunedì, 2 novembre 2009 alle 22:41 nella categoria EVENTI, INTERVENTI E APPROFONDIMENTI, SEGNALAZIONI E RECENSIONI. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. I commenti e i pings sono disabilitati.
Commenti recenti