domenica, 7 gennaio 2007
EVENTI “LIBRESCHI” E CRISI DEL LIBRO
Vi segnalo un interessante articolo pubblicato qualche settimana fa da Alberto Papuzzi (su Tuttolibri de La Stampa del 18/11/06). L’argomento è il seguente: pare che all’incremento degli eventi letterari non corrisponda un incremento della vendita di libri.
Festival della letteratura di Mantova
Vi riporto stralci dell’articolo che potete leggere per intero cliccando qui.
"(…) Oggi il libro deve travestirsi se vuole sopravvivere, e deve diventare qualcos’altro, esibizione, spettacolo, recita, evento. Per cui ecco Festival di Mantova, kermesse di Cuneo, discussioni filosofiche tra Modena e Carpi, rassegne romane di letteratura e storia, l’incontro con Premi Nobel grazie al Grinzane Cavour, naturalmente la Fiera del libro di Torino, e ovunque un pullulare di iniziative promozionali – di assessorato in assessorato, di associazione in associazione – per far conoscere, far leggere e possibilmente amare i buoni libri. E’ la festa continua dei lettori. Mentre scrittori e poeti ricevono il trattamento delle star. Tuttavia l’ultima statistica dice che il numero dei lettori italiani continua a rimanere esiguo, inadeguato alla realtà e alle esigenze di un Paese che è tra le grandi potenze industriali del mondo, e soprattutto che gli italiani che non leggono libri sono il quarantotto per cento della popolazione: il che ci mantiene al fondo delle classifiche europee sulla lettura, come studenti ripetenti negli ultimi banchi della classe. Ma allora a che servono feste e festival? A chi si rivolgono e chi coinvolgono?
«E’ inutile far finta di niente: ogni politico punta a fare il suo festival. Ma spesso sono impreparati, non hanno obiettivi chiari, cercano visibilità. Se spendi per il festival vai sui giornali, se investi in strutture non ottieni pubblicità» dichiara polemico Rocco Pinto, libraio torinese della Torre d’Abele, dove si tengono affollati dibattiti (ultimo quello sul De senectute di Bobbio) (…). «C’è molto più bisogno di politiche strutturali che non di festival e fiere, non dico in Piemonte oppure in Lombardia ma in buona parte del Sud sì. Invece vediamo nascere, anche in piccoli comuni, un festival al giorno. Perché dobbiamo riconoscere che nel nostro povero Paese come non esiste una politica industriale così non esiste una politica culturale»."
Giro a voi la domanda.
A che servono feste e festival letterari? A chi si rivolgono e chi coinvolgono?
Scritto domenica, 7 gennaio 2007 alle 23:40 nella categoria EVENTI, INTERVENTI E APPROFONDIMENTI. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. I commenti e i pings sono disabilitati.
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