giovedì, 18 gennaio 2007
CLASSIFICHE DI LIBRI E MONTALE (SECONDO TRA GLI ULTIMI)
Quando acquisto il Domenicale de Il Sole-24Ore una delle prime cose che faccio è andare alla ricerca della rubrica Ex Libris di Stefano Salis. Seguo questa rubrica con interesse costante perché Salis riesce, tra le altre cose, a informare in maniera sintetica ed efficace sulle evoluzioni o involuzioni del mercato editoriale (nostrano ed estero). Sul numero del 17 dicembre 2006, per esempio, scopro che Montale (il nostro Montale) è stato uno degli autori meno venduti in Germania nell’arco del 2006. Vi riporto uno stralcio dell’articolo:
« (…) Ci sono poi le classifiche di vendita. E quelle sono un po’ più serie, perché “fanno” il mercato molto più del gusto dei letterati. E lo conferma, ahinoi, una singolare classifica pubblicata ieri dalla “Faz” (Frankfurter Allgemeine Zeitung). Il gioco è stato fatto al contrario: quali sono i libri meno venduti dell’anno? E quando hanno venduto? I risultati sono desolanti. In cima alla “s-classifica” ben due italiani. Nientemeno che Eugenio Montale, che nel 2006 in Germania ha venduto appena 14 copie della raccolta delle sue poesie. Peggio ha fatto solo l’autrice scozzese (ma toscana d’adozione…) Muriel Spark,il cui romanzo Loitering with Intent del 1981 ha trovato solo 6 acquirenti. Dopo Montale ecco Stefano Benni. Con Saltatempo ha venduto ben due copie in più del poeta e si è piazzato al terzo posto dei Worstseller ».
Eugenio Montale
Avete capito? L’autore di Ossi di seppia, vincitore del Premio Nobel per la Letteratura nel 1975, è il secondo dei più non-venduti in Germania per il 2006. Solo 14 sfigati (?) hanno acquistato la raccolta delle sue poesie. E Benni avrà di che consolarsi dall’alto (in questo caso dal basso) delle sue 16 copie vendute. E già qui ci sarebbe un po’ da riflettere…
E ancora di classifiche parla Ex Libris sul Domenicale del 7 gennaio 2007: « (…) Abbiamo spesso ripetuto che l’affidabilità delle classifiche è condizionata dal fatto che i campioni (di rilevamento) penalizzano i campioni (di vendita). Lo conferma una conversazione con l’editore Alessandro Dalai. “Faletti ha venduto 770mila copie, è in rottura di stock e le richieste continuano. Eppure risulta solo al settimo posto”, dietro Gomorra che dovrebbe aver venduto circa 450mila copie. Come mai? “Le classifiche – dice Dalai – non rilevano la grande distribuzione, dove Faletti ha venduto quasi 400mila copie, più della metà del totale”, cosicché le vendite di Fuori da un evidente destino sono, in proporzione, per il tempo di vendita, superiori a quelle di Io uccido.»
Nel frattempo Tuttolibri del 13 gennaio pubblica la classifica dei cento libri (cliccando potrete scaricare il file in pdf) più venduti nel 2006 secondo le rilevazioni Demoskopea. Ecco i primi dieci:
1. Harry Potter e il principe mezzosangue, Rowling, (Salani)
2. Il cacciatore di aquiloni, Hosseini, (Piemme)
3. Ho voglia di te, Moccia, (Feltrinelli)
4. Gomorra. Viaggio nell’impero economico e nel sogno di dominio della camorra, Saviano, (Mondadori)
5. La fine è il mio inizio. Un padre racconta al figlio il grande viaggio della vita, Terzani, (Longanesi)
6. La vampa d’agosto, Camilleri, (Sellerio)
7. Fuori da un evidente destino, Faletti, (Baldini Castoldi Dalai)
8. Inchiesta su Gesù, Augias-Pesce, (Mondadori)
9. Rivirgination, Littizzetto, (Mondadori)
10. Le ali della sfinge, Camilleri, (Mondadori)
Sul Domenicale del 14 gennaio (pag. 38) Salis riprende il "discorso classifiche":
« (…) La pubblicità dei libri, fateci caso, sull’aspetto numerico punta moltissimo, se non tutto. Come a dire: “di questo libro ne abbiamo vendute tot copie; dunque non potete non leggerlo”. (…) Ma la confusione, purtroppo, regna sovrana anche tra gli addetti. (…) In Inghilterra le classifiche dei libri riportano la data di pubblicazione del libro e, soprattutto, le unità vendute. Cioè dei numerini nudi e crudi. Che fanno effetto; buono o cattivo. E che ci ricordano che la matematica non è un’opinione. Nonostante che in campo editoriale si faccia di tutto per farla sembrare tale. »
(Sulla stessa pagina compaiono interessanti dichiarazioni di Stefano Mauri e Alessandro Dalai: presidenti del Gruppo GeMS, il primo, e della Baldini Castoldi Dalai, il secondo).
Mi viene da domandarmi (e giro le domande a voi amici scrittori, lettori e librai):
1. Ma davvero – e fino a che punto – le classifiche di vendita “fanno” il mercato?
2. Ma a cosa e a chi serve una classifica dei libri meno venduti?
Poi ci sarebbe una terza domanda. Non sarebbe più interessante una classifica dei libri più letti (piuttosto che dei più venduti)? Alcuni dei libri acquistati rimangono sugli scaffali delle librerie di famiglia a prendere polvere, senza nemmeno essere sfogliati. Altri invece passano di mano in mano: dal padre al figlio, dal fratello alla sorella, dall’amico al conoscente. Sono i libri “vissuti”. Quelli che hanno (o che avrebbero) una loro storia da raccontare per il sol fatto di esser stati compulsati e letti da diverse persone.
Una classifica dei libri più letti… Credo sia impossibile realizzarla (a meno che non ci si accontenti di proiezioni statistiche su campioni di lettori, sperando nella veridicità degli intervistati e nell’efficienza dei campionamenti).
Però… come sarebbe bello se ci fosse!
Scritto giovedì, 18 gennaio 2007 alle 06:47 nella categoria EVENTI, INTERVENTI E APPROFONDIMENTI. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. I commenti e i pings sono disabilitati.
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