sabato, 10 febbraio 2007
“ALONE” DI CECILIA CHAILLY (recensione di Alessandro Romanelli)
Alessandro Romanelli è un bravo musicologo, autore del blog L’orecchio di Dioniso. Ma Alex è anche un fedele frequentatore di Letteratitudine. Così come amica di Letteratitudine è la celebre arpista – prima arpa della Scala di Milano – Cecilia Chailly (che ci segue assiduamente). Cecilia, peraltro, è anche scrittrice. Nel 2002 ha pubblicato per Bompiani il bel romanzo: Era dell’amore.
So che Cecilia, tra le altre cose, è alle prese con un nuovo romanzo… per cui le faccio i migliori in bocca al lupo nell’attesa di poterla rileggere. Quella che segue è una recensione di Alessandro Romanelli al più recente Cd della Chailly: Alone (chi lo desidera può ascoltare i primi trenta secondi di ogni brano cliccando sul titolo). Io posso solo dire che l’ascolto della musica di Cecilia mi crea effetti piacevolmente estatici.
Massimo Maugeri
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Cecilia Chailly
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Vi segnalo uno splendido cd che ho avuto la possibilità di ascoltare in questi giorni. Compact prodotto da Cecilia Chailly. Sì proprio lei, l’arpista dal fascino unico, dalla musicalità seducente, figlia e sorella di due illustri musicisti come Luciano e Riccardo. Il disco pubblicato dalla Emi Classics è intitolato “Alone” e possiede un emblematico sottotitolo: “Featuring: Ludovico Einaudi – Chailly’s family”. Un lavoro che appare, sin da subito, come una sorta di diario sonorizzato dai ricordi, dalle voci, dalle atmosfere della musicalissima famiglia Chailly. Nostalgie, pensieri, qualche rimpianto forse, ma soprattutto l’inconfondibile profumo di un tempo perduto, di un grande amore tra padre e figlia, vissuto nel sogno, nel desiderio del suo eterno ritorno. La voce argentina di Cecilia-bambina, registrata da papà Luciano, regala inauditi momenti di tenerezza. Momenti che, se accostati poi alle note leggiadre e al contempo oniriche, ricreate dalla Cecilia-donna nelle sue canzoni, sanno regalare forti emozioni. Qualcuno ci racconta su riviste e giornali che questo genere di musica si debba aridamente definire un’ibrida insalata tra New Age, World Music, Classica, Pop etc. A noi piace invece, senza riduttive etichette di comodo e soprattutto senza i soliti (appunto) aridi perchè, lasciarci cullare nudi dalle titillanti, antiche sonorità dell’arpa, dagli incerti accordi di un vecchio (ma quanto straordinario!) pianoforte o ancora dal violino, dai flauti, dall’armonica a bocca, dalle percussioni e dall’ocarina. Tutti strumenti, di volta in volta, suonati / utilizzati da Cecilia quali veicoli veri e appassionati di espressione poetica. Cecilia sa regalare a chi ascolta la sua musica valori autentici, profondi, nel cinico mondo odierno (forse) irrimediabilmente perduti. C’è, dunque, una sofferta, intensa ricerca spirituale dietro tutto questo. Ludovico Einaudi (anche lui di illustri natali: figlio com’è di Giulio l’editore e nipote di Luigi, un indimenticabile – per chi l’ha conosciuto – Presidente della Repubblica) partecipa al cd con un bel cammeo, condividendo con Cecilia l’amore per i panici silenzi e le “sonore magie” di valli e montagne. Emozioni, ricordi, sogni, ma soprattutto Musica.
Alessandro Romanelli
Scritto sabato, 10 febbraio 2007 alle 00:39 nella categoria EXTRALETTERE E VARIE. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. I commenti e i pings sono disabilitati.
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