max-maugeri-twitter-fb

CLICCA ogni giorno su... letteratitudinenews ... per gli aggiornamenti

Più di 50.000 persone seguono

letteratitudine-fb (Seguici anche tu!)

Avvertenza

La libertà individuale, anche di espressione, trova argini nel rispetto altrui. Commenti fuori argomento, o considerati offensivi o irrispettosi nei confronti di persone e opinioni potrebbero essere tagliati, modificati o rimossi. Nell’eventualità siete pregati di non prendervela. Si invitano i frequentatori del blog a prendere visione della "nota legale" indicata nella colonna di destra del sito, sotto "Categorie", alla voce "Nota legale, responsabilità, netiquette".

dibattito-sul-romanzo-storico

Immagine 30 Storia

letteratura-e-fumetti

 

marzo: 2008
L M M G V S D
« feb   apr »
 12
3456789
10111213141516
17181920212223
24252627282930
31  
letteratitudine-fb
letteratitudine-su-rai-letteratura
mercoledì, 5 marzo 2008

I CENT’ANNI DI ANNA MAGNANI

Se fosse ancora viva, tra un paio di giorni (il 7 marzo) Anna Magnani compirebbe cent’anni. Dedichiamo questo post a lei: una delle più grandi attrici italiane di tutti i tempi, un’icona del nostro cinema.

Nel post vi presenterò un libro edito da Minimum Fax e scritto da Giancarlo Governi, che uscirà per l’appunto giorno 7 marzo in occasione del centenario.

Giancarlo Governi, scrittore e giornalista (tra i fondatori del secondo canale Rai), è autore e presentatore di trasmissioni di successo come Supergulp!, Il pianeta Totò, Ritratti, Laurel & Hardy: due teste senza cervello, e ha pubblicato una ventina di libri tra biografie e romanzi.

Il titolo del libro è “Nannarella”(pag. 250, euro 16), il sottotitolo è “Il romanzo di Anna Magnani”.

Seguirà un scheda del libro, un brano estratto dal capitolo dedicato alla realizzazione del film “Roma città aperta” e un articolo sulla figura della Magnani pubblicato su La Stampa e firmato da Masolino D’Amico.

Troverete inoltre un paio di video: il primo offre alcune scene del film citato sopra, il secondo è un omaggio musicale per la Magnani che vede come protagonisti Celentano e la mia concittadina Carmen Consoli.

Giancarlo Governi parteciperà al dibattito e sarà a vostra disposizione per rispondere a domande e curiosità su Nannarella (libro e attrice).

Lancio un paio di domande per avviare il dibattito.

La Magnani ha avuto mai una vera erede?

A vostro avviso che cos’è che ha reso (e rende) questa attrice così speciale?

Ritenete che tra le attrici italiane di oggi ce ne sia qualcuna che, in un modo o nell’altro, faccia pensare alla Magnani?

(Massimo Maugeri)

_____________________

Perché dopo tanti anni si parla ancora di Anna Magnani? Perché è stata l’attrice simbolo del cinema italiano del dopoguerra, il cinema della ricostruzione e del riscatto, e una delle più grandi attrici di tutti i tempi, capace di comicità sfrenata e di profonda drammaticità. Di lei gli italiani, da più di cinquant’anni, hanno nella mente, negli occhi e nel cuore quella corsa disperata dietro il camion tedesco che metteva la parola fine al suo più grande personaggio, ma anche la sua risata ora irridente, ora canzonatoria, ora gioiosa: la risata di Nannarella.

Questa biografia – uscita con grande successo nel 1981, ora riveduta e integrata da nuovi documenti e testimonianze – narra i suoi amori drammatici, esclusivi, travolgenti; i suoi dolori laceranti, le sue gioie sfrenate, le sue improvvise voglie di giocare e il suo drammatico disincanto.

____________________

Brano estratto dal cap. 5 : UN FILM PARTORITO CON DOLORE (Roma città aperta, n.d.r.)

(…)

Mancano i generi alimentari, mancano i trasporti (i romani viaggiano aggrappati a sgangherate camionette) e manca anche la pellicola. La gente della troupe viene sguinzagliata per Roma alla ricerca di qualche spezzone. Rossellini è costretto a risparmiare, molte scene vengono girate una sola volta e non vengono stampati i «giornalieri», non c’è possibilità di controllare ciò che è stato girato giorno per giorno. Il rischio è molto grosso, perché se una scena non è venuta bene non può essere più girata, anche perché non c’è la possibilità di ricostruire la situazione su cui si basa.A un certo punto cominciano a scarseggiare anche i soldi. Rossellini ha iniziato a girare perché sa, per esperienza, che spesso nel cinema l’importante è dare inizio alle riprese e poi, quasi sempre, tutto si aggiusta. Jone Tuzzi, che di Roma città aperta fu la segretaria di produzione, racconta: «Roberto era sempre attaccato al telefono della latteria vicina a cercare soldi. Ogni tanto finivano i soldi e si smetteva, poi ne arrivavano un po’ e si girava qualcosa… Una volta aveva cinquantamila lire e le aveva messe in banca, e poi aveva fatto quasi duecentomila lire di assegni… C’era ancora il coprifuoco.

Giravamo a via Rasella, dov’era successo quello che era successo, e dove eravamo vicinissimi a un casino, quello degli Avignonesi. Al primo piano di dove lavoravamo c’erano delle ragazze, delle ragazze un po’ passate, delle “segnorine” che andavano coi negri. Quando giravamo, anche la notte, veniva sempre gente, venivano questi militari che vedevano le luci, e venivano lì, perché volevano scopare, ci avevano presi per il casino! Allora gli indicavamo il casino vero e li mandavamo da queste ragazze. Bisogna dirlo, fino a quel momento Rossellini era considerato uno di serie b, per cui facendo il film io non l’ho fatto neanche con la stessa passione con cui lavoravo di solito, l’ho fatto perché non ci avevo altro da fare, ero convinta che il film non sarebbe mai finito. Tant’è vero che, prima che finisse, io lasciai la lavorazione per tornarmene con Soldati, che stava preparando un’altra cosa. Chi avrebbe immaginato il film che ne è venuto fuori?»

Lo scetticismo nei confronti del film di cui parla Jone Tuzzi lentamente comincia a serpeggiare in tutta la troupe, un po’ perché il film è fatto veramente in condizioni miserevoli e frammentarie che non permettono di prevedere il risultato finale; ma anche perché è veramente un film diverso, molto lontano da quelli che il cinema italiano ha prodotto prima e durante la guerra.

Molte scene, talvolta le più importanti, quelle che rimarranno impresse nella mente degli spettatori di tutto il mondo, nascono per caso. Come la scena dell’uccisione del personaggio interpretato da Anna Magnani: la donna che viene falciata dai mitra tedeschi mentre si getta all’inseguimento del camion che porta via il suo promesso sposo.

Sergio Amidei racconta che la scena, non prevista dal copione con questa dinamica, gli fu suggerita da un’ennesima lite – una delle ultime – fra Anna e Massimo Serato, che era andato a trovarla sul set.

«Una volta che avevamo girato una scena», racconta Amidei, «con la Magnani, Fabrizi e un tedesco, grazie a un prete trafficone che ci aveva fatto girare di notte, dietro la caserma dei carabinieri a Trastevere, la Magnani aveva litigato con Serato, che era il suo uomo di allora, e Serato era scappato di corsa, saltando su una camionetta della produzione che aveva fatto mettere subito in moto. La Magnani corse appresso a questa camionetta, gridando i peggiori insulti di cui era capace, frocio, magnaccio, roba del genere! È stato questo il complemento del primo episodio: la Magnani dietro il camion dei tedeschi che le portano via il suo uomo». È, comunque, una scena che Anna vive con una passione e una verità inedite nel cinema di tutti i tempi.

Anna, nonostante le difficoltà, si appassiona al film, lo capisce e sente che la farà uscire dal bozzettismo popolaresco e farà scoprire agli spettatori e al cinema che, sotto quella potentissima maschera comica, c’è una maschera drammatica altrettanto potente. E poi laguerra, perlomeno l’ultima parte, quella terribile dell’occupazione nazista, Anna l’ha vissuta con rabbioso orrore.

(…)

_____________________

Anna Magnani non ritirò l’Oscar per “La rosa tatuata”

Articolo di Masolino D’Amico, pubblicato su La Stampa del 23 febbraio 2008

-
L’Oscar che Hollywood assegnò ad Anna Magnani nel 1955 per La rosa tatuata non fu solo l’omaggio a un’icona del neorealismo italiano, la cui rivelazione, subito dopo la guerra, era ancora recente, ma anche e soprattutto il tributo a un modo di recitare che solo allora il cinema americano si stava attrezzando per accogliere. Non che i seguaci della spontaneità fossero sconosciuti, ma gli attori del cosiddetto «Metodo» erano ancora confinati in teatro – il clamoroso esordio di Marlon Brando a Broadway è della fine degli Anni 40 – e il grande schermo fu lento a dar loro spazio. Questo, anche per ragioni tecniche. La presa diretta imponeva agli attori movimenti molto rigidi per non allontanarsi dai microfoni piazzati in alto (nel suo primo film Orson Welles inquadrò provocatoriamente i soffitti delle stanze, cosa che non si faceva mai), il che dava alle loro prestazioni, quasi sempre, un carattere freddo, solido, manierato. In Italia invece si doppiava, cosa allora enormemente meno costosa, quindi l’attore era libero di muoversi e anche di improvvisare: la voce veniva aggiunta in un secondo tempo, da lui o se necessario da un altro più bravo di lui. Questo era particolarmente congeniale ad Anna Magnani (di cui ricorre il 7 marzo il centenario della nascita, celebrato in questi giorni a Hollywood in occasione dell’Oscar), attrice nata per il cinema se mai altra ve ne fu, e non soltanto per ragioni di fotogenia – occhi enormi, carnagione pallida che la luce accarezzava – ma anche di temperamento. Artisticamente era una tigre o una leonessa, animali che dormono tutto il tempo ma poi di colpo si svegliano e sfoggiano riflessi micidiali; e l’attore di cinema passa tutto il tempo aspettando sul set quei 30, 40 secondi in cui è chiamato a dare il massimo. Sto parlando di indole, beninteso, non di mestiere (esistono anche i grandi attori solo di cinema), perché naturalmente
la Magnani veniva dal teatro, dove aveva fatto tutto, accademia e gavetta, e quindi la sua preparazione tecnica era impeccabile. È solo che non amava la routine, la monotonia del teatro: non a caso sulle scene diede il meglio di sé nelle esplosioni della rivista, dove negli «ad libitum» tenne testa perfino a un mostro come Totò. Spinta da Tennessee Williams, che venerava Anna e scrisse tre o quattro commedie pensando a lei senza mai riuscire a convincerla a recitarle dal vivo, Hollywood importò la diva ma non riuscì a annettersela, proprio per le ragioni caratteriali di cui sopra. Diventare una star del cinema americano avrebbe comportato una disciplina che Anna non si sentiva di affrontare: studiare l’inglese come si deve, prendere molti aerei, adeguarsi alle scelte della casa di produzione, e via dicendo. Non andò nemmeno a ritirare l’Oscar. Per fare simili violenze al suo carattere ci voleva un’ambizione che Anna non possedeva, a differenza di colei che avrebbe raccolto il testimone di ambasciatrice del nostro cinema negli Usa e alla quale proprio lei idealmente lo consegnò. Quando Carlo Ponti, che aveva comprato La ciociara di Moravia, la incalzava perché voleva produrlo per gli americani con lei come la madre e Sophia Loren nella parte della figlia, Anna finalmente (d’accordo, giocò anche il fatto che si sentiva ancora troppo giovane, perlomeno sullo schermo, per una figliolona grande e grossa come quella) gli disse: «Ma perché non fai fare la madre a Sophia, e le prendi una bambina vera?». Il resto, come si dice, è storia. Non che gli americani rinunciassero mai del tutto all’attrice. Due anni dopo l’Oscar, Anna ebbe un’altra nomination con Selvaggio è il vento di George Cukor, e in seguito ci fu un secondo Tennessee Williams, diretto da Sidney Lumet, e proprio con Marlon Brando: Pelle di serpente, in cui le due star ormai viziatissime e in cagnesco reciproco fecero a gara di capricci e manierismi, dando vita a un’antologia di imitazioni di loro stessi che fu vinta da quello che giocava in casa e che, finito il film, poco cavallerescamente dichiarò: «Ne farei un altro con lei solo a condizione di avere in mano un sasso e poterglielo dare in testa ogni tanto». Finirono così i faticosi spostamenti in piroscafo e treno per guadagnare i set di Los Angeles. Ma il cinema statunitense le affidò ancora almeno una parte di popolana italiana in un kolossal, Il mistero di Santa Vittoria, un film post-post neorealista all’americana su un immaginario paesino che si coalizza per impedire ai tedeschi occupanti di mettere le mani sul suo prezioso vino. Quando l’Oscar arrivò, Anna era ancora un grande e rispettato nome nel cinema italiano, ma in patria non aveva più molte occasioni – Bellissima di Visconti non era stato un successo, Rossellini era passato alla Bergman, il pubblico chiedeva intrattenimento e non drammi, e molta comicità, monopolio (ancora) degli interpreti maschili. E voleva le maggiorate. Alla notizia io e un mio amico quindicenne e cinéphile come me le mandammo un telegramma di congratulazioni che diceva tra l’altro: «Abbasso le bone». Lei ci rispose con un altro: «Grazie ragazzi, ma alla vostra età ci vogliono anche quelle».

Il video qui sopra (tratto dalla trasmissione di Rai Uno "La situazione di mia sorella non è buona") ha come protagonisti Carmen Consoli e Adriano Celentano. Insieme cantano "Anna Magnani", scritta dalla "cantantessa" per il nuovo disco del "molleggiato" su testo di Vincenzo Cerami.


Tags: , , , , , , , ,

Scritto mercoledì, 5 marzo 2008 alle 00:03 nella categoria OMAGGI, RICORRENZE, ANNIVERSARI E CELEBRAZIONI, SEGNALAZIONI E RECENSIONI. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. I commenti e i pings sono disabilitati.

130 commenti a “I CENT’ANNI DI ANNA MAGNANI”

Il post è strutturato in questo modo.
1. Discuteremo del libro di Governi, “Nannarella”, dedicato ad Anna Magnani, approfittando della partecipazione dell’autore
2. Dibatteremo sulla figura di Anna Magnani

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 00:06 da Massimo Maugeri


Riporto di seguito le domande inserite nel post.
-
1. La Magnani ha avuto mai una vera erede?
-
2. A vostro avviso che cos’è che ha reso (e rende) questa attrice così speciale?
-
3. Ritenete che tra le attrici italiane di oggi ce ne sia qualcuna che, in un modo o nell’altro, faccia pensare alla Magnani?

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 00:08 da Massimo Maugeri


A domani!

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 00:08 da Massimo Maugeri


Nannarella oggi avrebbe cent’anni, ma per sua fortuna non e’ piu’ fra noi: cosa penserebbe dell’Italia, e, ancora, cosa restituirebbe del Belpaese alla pellicola o al palcoscenico, oggi, Nannarella nostra?
No, no… per carita’. Meglio che Anna Magnani resti nei nostri ricordi, esattamente come l’Italia che era l’Italia. Tutto nella pudica sfera dei nostri ricordi. E niente piu’.

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 00:58 da Sergio Sozi


Anna Magnani,
fa paura persino scriverne il nome.
La Magnani è stata la magia che ogni tanto colpisce il mondo – quello dello spettacolo e non solo. C’è una parola inglese che mi dicono intraducibile: “Serendipity”, quasi un “incidente fortunato”; come la mascella di Totò, che se non si fosse rotta la storia ci avrebbe tramandato un discreto attore drammatico.
Il suo volto indefinibile, volgare, medievale, coniugato al corpo non esile, l’ha resa il manifesto di un’Italia che si rialza “ragazzina dopo una caduta”.
La portata scenica del suo viso, unito alla violenza della rabbia che si portano dentro tutti i bambini soli come lo è stata Anna, è stata una delle alchimie che ha fatto sì che il cinema italiano desse lezioni al mondo intero.
Monica Guerritore poteva esserne erede se non avesse fatti degli errori di scelta (Monica in uno scambio di lettere con me ha condiviso quest’analisi), o se la storia aversse scelto per lei.
Sabrina Ferilli (scelta automatica) non ne ha la sofferenza, non sa “ancora” recitare ed è condannata (ahimè) da un corpo troppo perfetto e poco mammano.

Buon compleanno, Geppina.
Totò

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 08:50 da francesco di domenico


Che essere meraviglioso, vero, espressivo. Nannarella, così intensa e senza paura di rughe, non bella ma sensuale in quel volto imperfetto, consapevole di essere una donna di quelle vere, di quelle che non gliene frega niente del capello bianco e della messa in piega, del naso non perfetto, della bocca che si storce per un dolore che nessuno come lei è riuscito a rappresentare.
Forse eredi non ce ne sono, in questo momento, almeno, non me ne vengono in mente.

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 09:18 da Silvia Leonardi


@Giancarlo Governi,
avevo dimenticato di salutare una persona squisita ed un analista serio e garbato del costume e dello spettacolo. Le sue trasmissioni sono un esempio di buona televisione.
Grazie

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 09:40 da francesco di domenico


PRESENTAZIONI DI NANNARELLA DI GIANCARLO GOVERNI
.
Passaggi tv e radio dell’autore:
.
lunedì 3 ore 15 – Italia Rai, RAI International – ospite di Gigliola Cin-
quetti;
martedì 4 ore 10 – TG2 – intervista;
martedì 4 ore 18 – TG La7;
mercoledì 5 ore 15-16 – Gli spostati, Radio 2 – ospite in diretta;
giovedì 6 ore 8 – Uno Mattina, RAI 1 – ospite in studio;
giovedì 6 ore 16-17 – Radio Città Futura – ospite in studio;
venerdì 7 ore 11 – Piazza Grande, RAI 2 – ospite di Giancarlo Magalli;
venerdì 7 ore 13.30 – TG2 Costume e società, RAI 2;
venerdì 7 – TG1 e TG2 – servizi vari;
venerdì 7 ore 15.30 – Siamo Stati Uniti, Coming Soon Television – ospite in diretta telefonica;
sabato 8 ore 15-18 – Effetto Sabato, RAI 1 – ospite in studio;
domenica 9 ore 18.30 – Domenica In, RAI 1 – ospite di Pippo Baudo;
martedì 11 ore 10 – Cominciamo bene, RAI 3 – ospite di Fabrizio Frizzi.
.
.
Incontri con l’autore:

.
- giovedì 6 alle 18 a Roma
alla Feltrinelli Libri e Musica – Torre Argentina
(largo di Torre Argentina, 11)
Insieme all’autore interverranno
Giovanna Ralli e Luca Magnani.

.
- mercoledì 12 alle 18 a Bologna
alla Feltrinelli International
(via Zamboni, 7/B)
.

- venerdì 14 alle 19 a Roma
presso il Papyrus Cafè
(Via De Lucchesi, 28)

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 09:51 da PRESENTAZIONI DI NANNARELLA DI GIANCARLO GOVERNI


Anna Magnani è insostituibile nella sua profonda veridicità, in quella spontaneità che oggi in molte attrici si traduce in banalità espressive o forse lo diventano perché la nostra società con i suoi nuovi canoni e il suo odierno linguaggio è più ‘banale’ (?) rispetto a quella lontana Italia che usciva da poco dalla ‘bufera’.

Caro Sergio Sozi io credo che la rimpianta Anna ergerebbe ancora una volta come superba interprete di quella commedia-tragico-drammatica che è la nostra Italia attuale.

Mi piace ad esempio immaginare un possibile copione, una possibile sceneggiatura su quello che potrebbe essere il film di oggi adatto a lei e alla sua complessa e meravigliosa personalità di Attrice (permettetemi ila lettera maiuscola, stando agli attoruncoli che vengono fuori come funghi e che si credono tali solo perché ripetono quattro parole su un palco o davanti alla cinepresa).

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 09:58 da Sabina Corsaro


La Magnani non ha avuto eredi. Le attrici venute dopo di lei non reggono il confronto con la sua grandezza, la sua intensità, la sua umanità. Sono costruite, puntano tutto o quasi tutto sulla bellezza. Ma la bellezza della Magnani è una dimensione interiore che non si costruisce a freddo in nessun modo.
Ben vengano le celebrazioni di questa grandissima attrice del cinema italiano.

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 10:12 da desi


Anna Magnani è davvero grande. Una vera icona. Unica e ineguagliabile.
Bel post, grazie.
Comprerò il libro.

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 10:21 da Antonella


Mentre ci sono ne approfitto per chiedere una cosa a Giancarlo Governi, che saluto con ammirazione.
Cos’è che più ha amato nella Magnani?
Può dirci un pregio e un difetto di Nannarell?
Grazie e a presto.
Anto

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 10:23 da Antonella


Interessante! Quest’estate su Radio due hanno mandato in onda una bellissima intervista alla Magnani. Mi ha colpita la sua voce, le sue risposte mai banali, i discorsi “moderni” sull’essere madre. No, non ne conosco di attrici così; proprio non mi vengono in mente…

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 10:48 da Rosa Maria/BitLit


mi dispiace introdurre una nota stonata in questa discussione, ma io Anna Magnani non l’ho mai potuta sopportare. Sopravvalutatissima, o forse no. ho detto la mia.

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 11:03 da giovanni


Grandonna e grande attrice.

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 11:19 da Podmork


Io credo che Anna Magnani sia una delle più grandi attrici della storia del cinema internazionale, non solo italiano.
Onore e gloria.
Grazie per il post e in bocca al lupo a Governi per il libro, che sarà il mio prossimo acquisto.
Smile

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 11:27 da Elektra


Sarei curiosa di conoscere l’opinione di Giancarlo Governi sul rifiuto dell’Oscar da parte della Magnani.
Smile

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 11:28 da Elektra


Caro Massimo, penso che la Magnani non possa avere eredi, in quanto totalmente unica nel suo genere. Una che ha saputo fare di se stessa un mito pur non essendo particolarmente bella (io per la verità la trovo bellissima!), né avendo una dizione assolutamente perfetta… Direi che tutto ciò non può che aver contribuito a renderla non clonabile. Della Magnani amo l’intensità, quel suo essere gatta e pantera, quello sguardo carico di malinconia, e poi la sua voce graffiante… Mica poco, no?

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 11:47 da fabioletterario


Non credo che Anna Magnani possa avere eredi, soprattutto perchè al momento non c’è la disponibilità culturale a che essa abbia eredi. Era l’eroina di un momento culturale, di un certo tipo di vlaori, di un certo nostro meraviglioso cinema. Ma oggi il cinema italiano non vuole avere quelle storie, e le donne italiane non voglio riconoscersi in quei ruoli, in quella passionalità disgraziata che si butta per avere quello che non ha. se penso alla Magnani, penso a una passione bruciante che brucia di disperazione, di povertà di disgrazia, di quella strana fierezza che si ammischia a una profonda devastazione, in anni in cui la devastazione era profonda e sociale. E l’Italia era davvero povera.
Oggi il malessere è strisciante disconosciuto e segreto. I luoghi dove è più palese sono separati ed emarginati: il cinema se ne occupa poco perchè la gente se ne vuole occupare di meno, le donne si amano un po’ di più e non vorrebbero buttarsi per terra in maniera così plateale, come certe belle interpetazioni di Nannarella.
E io credo chese proprio c’è un’erede da qualche parte – m forse toccherebbe cercarla in un campo di zingari, o in quelle stanze dove vivono 4 o 5 giovani badanti russe, che lavorano ore ore ore al giorno, per mandare i soldi a casa alle loro figlie – bellissime.

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 12:00 da zauberei


Che dire di Nannarella, io sono del 1952, fin da ragazzina l’ ho amata .
Grande, Unica, Inimitabile . Non perfetta caratterialmente, ma proprio per questo VERA.
Purtroppo non ha eredi, ma basta vedere i suoi film, che vengono trasmessi a tarda sera, per poter godere della sua grandezza.
Grazie a Giancarlo Governi,comprerò sicuramente il suo libro.

P:S: non ricordo che abbia rifiutato l’0scar, ma semplicente si trovava in italia e non ricordi chi, ma qualcuno l’ha ritirato per lei.

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 12:06 da Antonellina


Anna Magnani è un simbolo: del nostro cinema; di un’epoca ben precisa e di uno stile, il neorealismo, che è stata una stagione unica della nostra cultura e della nostra storia. Una stagione forte, di ripresa civile ed economica e di riscatto da quella precedente così carica di vergogna.
Non vi possono essere eredi: viviamo un’altra epoca, in un altro contesto, in un’altra cultura, assai più debole.
E non ci sono oggi attrici paragonabili: per carattere, per carisma, per capacità di riempire con la sola sua presenza lo schermo. Almeno in Italia.
Forse all’estero: una Penelope Cruz come quella di “Volver” è semplicemente strepitosa, ma molto si deve anche al genio di Almodovar (come del resto molto di Nannarella è dovuto anche a Rossellini). Ed ottima è stata la sua prova anche in “Non ti muovere”.
Ma un paragone con la Magnani forse è improponibile.

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 12:30 da Carlo S.


quando penso alla magnani, penso allo sguardo di lei all’apertura del sipario in questo
http://www.youtube.com/watch?v=PV6qf0MaUC8
è indimenticabile.

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 15:07 da gea


Anna Magnani è grandiosa.
Il libro di Giancarlo Governi mi incuriosisce perché se non ho capito male è scritto sotto forma di romanzo. Mi sbaglio?

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 16:07 da Manuela


Nessuna erede per Nannarella.
Unica e sola. bello il brano su “roma città aperta”

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 16:36 da Renato F.


Dicevano che un’erede della Magnani fosse la Ferilli.
Ma per me ci sono persone (e momenti in cui vivono) inimitabili. E forse dev’essere così. Il taglio di certe epoche e dei loro personaggi non può che avere una voce. Un’atmosfera. Non è solo l’attore ad evocarla, ma tutto il mondo che gli ruota intorno, coi suoi alti e bassi.
Pensiamo agli ambienti in cui i film venivano girati, alle difficoltà economiche, ai registi di allora. A quel fare il film con molti sogni addosso e pochi mezzi.
La Magnani si colloca lì, in quel tempo, in quell’ora immobile che ancora galleggia nella pellicola.
Guai ad imitarla.

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 16:49 da Simona


Nessuna erede. Perché lei è unica e inimitabile. Ricordo il giorno in cui intervistai la nipote, Olivia Magnani. Aveva qualcosa nello sguardo che ricordava vagamente Nannarella. Le chiesi di questa nonna meravigliosa e pesante. Rispose che non aveva fatto in tempo a conoscerla e che comunque non voleva avere niente a che spartire con la sua eredità. Lo scrissi e lei minacciò di querelarmi, affermando che le avevo messo in bocca parole non sue. Forse vedendole nero su bianco si era resa contro della corbelleria che aveva detto.
Di Nannarella ho nella mente la bellissima immagine di lei su un palco, con un mazzo di fiori in mano, che canta con la sua roca non-voce “O’ surdato ‘nnammurato”. Non so in che contesto fosse, in quale film, in quale spettacolo. Ricordo lei che dava intensità a quelle parole e le rendeva estremamente sensuali.
Laura

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 16:55 da Laura Costantini


Innazi tutto ringrazio tutti quelli che hanno partecipato a questo forum. Poi rispondo alle domande di partenza.
1. alla prima rispondo decisamente no. La Magnani purtroppo non ha mai avuto un’erede.
2.. Cosa ha avuto di speciale? Tante cose, ma una elementare: era vera, era se stessa, sia quando era dolorosamente drammatica sia quando era sfrenatamente comica (badate bene: ho scritto comica, non brillante).
Perché questi due aspetti corrispondevano alla sua parsonalità, capace di grandi cupezze come di divertimento sfrenato.
3. Oggi abbiamo tante attrici brave (in Italia mi viene subito da pensare a Giovanna Mezzogiorno) ma nessuna come Anna Magnani.

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 17:16 da Giancarlo Governi


@laura
se vuoi è in quel clip che ho linkato sopra nel mio commento.
era un film tv, credo. si chiamava ”la sciantosa”.
è bello scoprire di condividere un’emozione.
:-)

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 17:18 da gea


A Elektra. Non ha mai rifiutato l’Oscar, sempicemente non si recò a LA per la consegna perché non ci credeva, avendo come rivali Katherine Hepburn e Bette Davis.

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 17:25 da Giancarlo Governi


A Manuela. E’ scritto sotto forma di romanzo, nel senso che la trama è costituita dai fatti della vita di Anna. Tutto rigorosamente documentato e raccontato in maniera immaginifica come in un romanzo.

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 17:28 da Giancarlo Governi


A Antonella. Cosa ho più amato in Anna Magnani. Forse la donna, perché l’attrice per me non era una sorpresa ma la donna lo è stata eccome!.

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 17:30 da Giancarlo Governi


A Gea. E’ la sciantosa, uno degli ultimi film che fece per la televisione. Accantgo a lei c’è un giovanissimo Massimo Ranieri.

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 17:31 da Giancarlo Governi


@GIANCARLO GOVERNI
Gentile Giancarlo Governi,
volevo chiederle se conosce un film interpretato dalla nostra Anna insieme al caro Gino Cervi, che non è mai uscito in Italia, ma solo in Francia. Mi pare si intitolasse “Il ritorno”, e fosse stato censurato proprio in Italia perché “diceva”, mostrava” troppo della realtà storica che in quel momento la nazione attraversava. Credo la pellicola fosse del ‘45, al massimo del ‘46: il film fu “adottato” dai francesi e da loro prodotto.
A lei risulta?
Grazie mille. Un saluto affettuoso, e a presto.
Nina Maroccolo

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 17:40 da nina maroccolo


Per il dr. Giancarlo Governi
Complimenti e auguri per il libro. Volevo chiederle se a suo giudizio, a livello internazionale, tra gli addetti ai lavori, Anna Magnani gode di maggiore considerazione rispetto a Sofia Loren o viceversa.

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 17:43 da Marco Pilozza


Vi ringrazio tutti per i commenti.

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 18:09 da Massimo Maugeri


@ Giancarlo Governi
Caro Giancarlo, intanto benvenuto a Letteratitudine.
Ti ringrazio per la tua partecipazione al dibattito. So bene che sei impegnatissimo a presentare in giro questo libro.
Tanti in bocca al lupo anche da parte mia!

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 18:12 da Massimo Maugeri


@ Giovanni
Hai espresso in libertà la tua opinione. Va bene così.

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 18:13 da Massimo Maugeri


@ Giancarlo Governi
Se dovessi indicare il film che per te è il più rappresentativo della Magnani, quale sceglieresti?

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 18:14 da Massimo Maugeri


Una precisazione. Ho paragonato la Loren alla Magnani anche per via degli Oscar e della fama internazionale, a prescindere dal fatto che la prima è vivente e la seconda no.

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 18:39 da Marco Pilozza


@Nina Maroccolo.
Si tratta di “Un uomo ritorna” di Max Neufeld.
Il Italia è uscito regolarmente.
Questa è la trama che ho trovato nel dizionario di Farinotti.

E’ l’amaro quadro del dopoguerra, tra lo sfascio e la lacerazione delle famiglie. Il direttore di una centrale elettrica, tornato a casa dopo la guerra, trova tutto distrutto: non solo la centrale, ma la sua stessa famiglia. Il fratellino e la sorella sono a Roma, dove il ragazzo fa la borsa nera e lei si prostituisce. Il reduce tenta di ricostruire la centrale, ma la burocrazia lo disarma. Vede poi la famiglia cominciare a poco a poco a ricostituirsi, ma sa che nulla potrà mai più essere come prima.

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 18:48 da Giancarlo Governi


@Marco Pilozza.
Anna Magnani, a oltre 30 anni dalla morte, per gli americani è ancora un mito.
Sofia è considerata una buona attrice, che ha fatto i suoi successi in Italia e non negli USA. La Magnani invece andò nella “tana del lupo” sull’onda del grande successo di film come Roma città aperta, L’Onorevole Angelina e Bellissima. E a Hollywood si confermò strepitosamente.

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 18:52 da Giancarlo Governi


@Massimo Maugeri.
I film più belli di Anna per me sono (In ordine di preferenza):

Roma città aperta
L’onorevole Angelina
Bellissima
La rosa tatuata

L’ho vista anche in teatro, ne La lupa di Verga diretta da Zeffirelli: un ricordo sconvolgente.

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 18:55 da Giancarlo Governi


@Giovanni.
Ha detto la sua (ma proprio sua… sua…)
Lei non ci crederà ma a me è capitato di incontrare una persona che non amava Totò. E persino una che non amava Chaplin… e, guardate un po’, anche una con detestava i Beatles.
Il mondo è bello anche per questo.

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 19:01 da Giancarlo Governi


Dimenticavo.
Anna Magnani è insostituibile. La sua drammaticità era reale sotto ogni punto di vista. La vita non l’ha risparmiata da quel dolore che con dignità e fierezza è sempre riuscita a portare autenticamente di fronte alla macchina da presa. E, in fondo, anche la sua comicità era velatura di grande amarezza.
No, non esiste attualmente un’attrice alla sua altezza.

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 19:03 da Nina Maroccolo


Gentile dr. Governi,
la ringrazio infinitamente per la sua chiarificazione riguardo il film “Un uomo ritorna”.
In bocca al lupo per il suo libro.
Un caro saluto,
Nina Maroccolo.

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 19:06 da Nina Maroccolo


Anna Magnani è un’opera. L’opera che l’artista pone, propone come offerta di sé e, se l’opera è grande, suscita emozioni infinite. Anna Magnani era artista di sé stessa. Un’artista d’avanguardia, le sue performance hanno il fascino delle Kore. Stupore, derisione, sentimento e quel senso di infinito che ammutolisce l’anima. Imparagonabile.
Ferrilli : Magnani = Minnie : Nike di Samotracia
Il suo film più bello? Forse Bellissima, ma l’interpretazione è così anticipatrice delle nostre barbarie che la visione dell’opera inquieta come uno sguardo all’Inferno.

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 21:32 da miriam ravasio


Un brivido: anche mia nonna e Vittorini erano del 1908, come la Magnani, e questo mi dà la misura della distanza tra di noi. No, la società e il cinema sono cambiati troppo per accogliere una Magnani, così asimmetrica, poco glamourous e poco bbona…
Magnetica, intensa – lacrime agli occhi quando vidi “Roma città aperta” – , una donna vera che travasava la sua vita sullo schermo. Le attrici odierne lo sono per professione o vanità e non vedo eredi. La Mezzogiorno? Brava sì, ma il mito di Nannarella è irripetibile. Ma forse non è più tempo di miti. C’è il business, lo star system, chi non si adegua è fuori.
Grazie a Governi, una persona competente e seria grazie alla quale ho potuto imparare alcune delle cose che so del cinema e dello spettacolo italiano in genere.

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 22:33 da Maria Lucia Riccioli


Caro Giancarlo,
anche secondo me “Roma città aperta” è il film più rappresentativo.

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 22:33 da Massimo Maugeri


@ Gea
Davvero bello il video de “La sciantosa”. Hai fatto benissimo a indicare il link.
Avete visto che mimica facciale?
Grandiosa!

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 22:34 da Massimo Maugeri


@ Miriam
D’accordo con te. Però la tua proporzione è durissima.
Ne propongo un’altra, vediamo se siete d’accordo (mi rivolgo anche a te, Giancarlo).
Ferrilli : Magnani = Verdone : Sordi

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 22:37 da Massimo Maugeri


Verissimo, Maria Lucia.
Però sei d’accordo sul fatto che Giovanna Mezzogiorno, tra le giovani attrici, sia una delle più brave?

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 22:39 da Massimo Maugeri


Egr. Governi,
eh… anch’io ho spesso le mie opinioni piuttosto ”mie” sui libri – che sono il mio campo specifico – e non temo di andar controcorrente: per esempio muovo un’osservazione – mi dica Lei – molto avversata alla Letteratura italiana odierna, la seguente: ci sono tanti bravi cantastorie ma che non hanno uno stile personale, un modo proprio di scrivere; per questo motivo potrei mettere la firma di Pinco al romanzo di Pallino e nessuno si accorgerebbe della differenza. Lo stesso discorso vale per altri artisti del cinematografo: per interpretare alla sciatta maniera attuale un qualsiasi ruolo, la Buy o la cameriera del bar dell’angolo non fanno troppa differenza. Perche’ non c’e’ il teatro alle spalle degli attori, e se c’e’ e’ un teatro che vale poco e non punta sulla personalita’ dell’attore, sulla sua unicita’, sul suo carisma. In un magma simile, chi emerge e’ solo uno che ha buone conoscenze nei posti giusti, non uno che se lo merita. Oggi.

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 22:39 da Sergio Sozi


Sergio, sarò un ottimista… ma io penso che – alla lunga – chi vale davvero, in un modo o nell’altro, e con un pizzico di fortuna, riesce a emergere.

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 22:42 da Massimo Maugeri


E’ vero che forse un giorno o l’altro si emerge. Nel caso della Magnani, è stata pura bravura…!

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 22:44 da Fabioletterario


Ciao Fabio,
sì, ma ora Sergio sosterrà (e non avrà tutti i torti) che quelli della Magnani erano altri tempi.

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 22:46 da Massimo Maugeri


Cio’ detto, mi sembra che anche Licia Maglietta sia una bravina. E la Mezzogiorno, pure. Verdone e Sordi, pero’… ce ne corre taaanto! Il Po e il Tevere: Sordi e’ tutti e due i fiumi messi insieme (sacro come il Tevere ed infinito come il Po), mentre Verdone e’ il Tevere nel Lazio. Manco tutto, un pezzo e basta.

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 22:48 da Sergio Sozi


Sergio,
era appunto una proporzione (un po’ scherzosa) volta a sottolineare che la distanza tra la Ferilli e la Magnani può essere paragonabile a quella tra Verdone e Sordi.

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 22:51 da Massimo Maugeri


Fabio e Massimo,
nonono… io sostengo solo che oggi non ci sono due cose assiomatiche per ogni arte: la scuola e la societa’ tradizionale nazionale, e che senza scuola e senza tradizione culturale nazionale non si creano buoni attori ne’ buoni scrittori, poeti, eccetera. Si creano industrie e catene di montaggio di pezzi simili – che io, personalmente, becco al volo, individuo alle prime pagine sui testi e alle prime battute al cinema o a teatro.

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 22:52 da Sergio Sozi


Vado un attimo fuori argomento ma… a proposito di attrici cinematografiche (italiane) dei nostri giorni: cosa ne pensate di Laura Morante?
Tu, Giancarlo, che ci dici della Morante?

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 22:52 da Massimo Maugeri


Insomma: senza una societa’ che abbia vive le sue componenti arcaiche, ogni arte e’ un imbonimento, uno spettacolino lezioso. Questo e’ il presente italiano. Mi pare. Verdone, appunto, e’ lo scadimento di Sordi, solo il suo decadere, il suo involgarirsi, in sintonia coi tempi correnti. Mica e’ colpa sua, per carita’: e’ l’epoca, e’ la modernita’ stravolta che stravolge tutto e tutti. Poi io Verdone lo apprezzo anche, in fondo: il mestiere suo lo sa fare.

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 22:58 da Sergio Sozi


Verdone è un grande, ci mancherebbe!
Ma abbiamo accostato un grande a un mito.
O no?
O è solo – o anche – frutto della nostalgia.

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 23:01 da Massimo Maugeri


Tornando al tuo commento di prima, Sergio, io sono convinto che gente che sgobba (tanto nella scrittura, quanto nella recitazione) ce ne sia ancora tanta in giro.

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 23:02 da Massimo Maugeri


Certo, Massimo, ma sgobbano anche gli operai in fabbrica, senza creare niente d’artistico. I motivi li ho suggeriti prima: tempi decaduti, assenza di scuola e di tradizione nazionale. Globalizzazione? Diciamo cosi’, per semplificare, o meglio: eccesso di comunicazione e pertanto indebolimento di ogni Paese e delle sue caratteristiche antiche. Il risultato e’ un cinema italiano che non coinvolge piu’ il mondo ed una Letteratura nostra che si fa appena appena notare all’estero (Milena Agus: se questo e’ un caso editoriale D’Arrigo cos’e'? Dio in terra?). Dati di fatto.

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 23:09 da Sergio Sozi


La Morante e’ una bella donna. Con poche belle pellicole alle spalle. Ossia una Musa, visti i tempi.

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 23:18 da Sergio Sozi


Sergio: hai ragione ma vorrei essere più ottimista – per motivi egoistici!!!
Sì, Massimo, le uniche attrici italiane a non varcare i limiti della decenza forse sono solo la Morante e la Mezzogiorno, molto brave. Certo i miti non tornano anche perché manca l’humus. Immaginiamo Totò e i De Filippo senza la guerra, senza la fame… che sarebbero? Comparse di “Un posto al sole”.
Sordi l’ho amato tardi, ora lo stimo un vero grande. Verdone è un bravo mestierante che ancora l’atmosfera del vecchio cinema l’aveva respirata, ma ormai se la so’ fumata…
Riflettevo su Di Stefano. Capricci leggendari, voce istintiva, maschia, prepotente: un mito, anche per i duetti con la carissima Maria Callas. E chi li fa rinascere più dei miti simili?
Oggi abbiamo chi ci è rimasto, che non è il meglio. Fiction arripizzate, allapazzate – Massi, come traduco? Raffazzonate…
Altro che gli sceneggiati d’antan! Una palla se li trasmettessero oggi, dice Costanzo, ma non mi pare che gi attorucoli che sforna la De Filippi siano un granché… Io esco pazza per Gino Cervi: un uomo di teatro, un grande.
Non m’immagino il futuro culturale d’Italia. Faremo retrofront? Spero negli immigrati, che studieranno la nostra cultura, si accorgeranno che l’abbiamo buttata ai cani e forse con un melting pot o non so che le ridaranno vita…

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 23:24 da Maria Lucia Riccioli


Ma La ferrilli no, non ci entra proprio – è un tipo proprio diverso: bbona romana e gioconda. Non è che basta l’esse romane per esse magnani eh. e poi la ferrilli incarna un tipo femminile un po’ più sano, non così disperato.
Poi il divismo oggi si distribuisce in altri modi, e non è che niente è peggiorato, è che il regno delle icone non riguarda più il cinema nostrano. (Ma il cinema? bah) Poi non so se dipenda dalla corruzione dei costumi -sinceramente.

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 23:32 da zauberei


@ Maria Lucia
E meno male che volevi essere ottimista!
;)
-
Ciao Zau

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 23:34 da Massimo Maugeri


@ Sergio
Ora che ci penso… citi D’Arrigo, ma non hai letto “Horcynus Orca”.
Ahi-ahi-ahi…
Sarebbe come citare la Magnani senza aver mai visto “Roma città aperta”
:)

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 23:41 da Massimo Maugeri


…Non l’ho letto tutto, Massimo… ma il genio si vede subito.

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 23:45 da Sergio Sozi


Sergio,
sarebbe come dire: “Roma città aperta” non l’ho visto tutto, ma si capisce dalla prima scena che è un capolavoro.
Tu lo sai che D’Arrigo è uno dei miei preferiti, vero?
Se non finisci di leggere l’“Horcynus Orca” entro marzo ti tolgo la rubrica “Ritorno ai classici”.
;)

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 23:49 da Massimo Maugeri


Maria Lucia,
posso prospettare una soluzione diversa, e che io preferirei? Ecco: rimettiamoci a studiare le arti (tutte) seriamente e vediamo meno tv, meno o niente telefonino e computatore. Torniamo in piazza e campiamo con gli altri italiani. Come sempre e’ stato: libri, giornali, mercato e strada, bar. Condominio dove conosciamo tutti. E vedi che ritorna tutto anche senza meltinpot.

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 23:52 da Sergio Sozi


Ah, ma questo e’ un ultimatum: e tu allora devi leggere e commentare ”Quer pasticciaccio brutto de via Merulana”, o ti faccio togliere la licenza di fare giochini fessi su Internet! Tu… ”filiprottiano”! Tanto perderai, eh! eh! eh!

Postato mercoledì, 5 marzo 2008 alle 23:55 da Sergio Sozi


Sergio caro,
Il pasticciaccio l’ho letto a quindici anni. E l’ho riletto di recente. Un paio di anni fa, credo. Contestualmente a “La cognizione del dolore”.
Prima di parlare, “gadda” chi hai davanti!
:)
Ora torniamo al tema del post.

Postato giovedì, 6 marzo 2008 alle 00:00 da Massimo Maugeri


… ah, l’hai letto. Bene. Commentalo pure… eh eh eh! In centodue battute senza spazi.
Va be’… vado a dormire va’.
Buonanotte

Postato giovedì, 6 marzo 2008 alle 00:05 da Sergio Sozi


(D’Arrigo entro la fine di marzo? Follia! Meglio parlare della Magnani!)

Postato giovedì, 6 marzo 2008 alle 00:06 da Sergio Sozi


@miriam ravasio
Divertente ma impietosa la sua equazione…

Postato giovedì, 6 marzo 2008 alle 00:19 da Giancarlo Governi


@massimo maugeri
Ci rimette troppo Verdone, il quale non sarà Sordi (ma lui non lo ha mai preteso) però è un grande artista. La differenza fra lui e Alberto è tutta qui: Carlo è un grande costruttore di macchiette, che lui ama e racconta con pietà, Alberto è un grande satiro, cattivo e impietoso come deve essere il grande satiro.

Postato giovedì, 6 marzo 2008 alle 00:22 da Giancarlo Governi


@sergio sozi
Moltre delle attrici di oggi hanno cominciato con il teatro (la Buy, ad esempio, ma anche la Ferilli) ma poi si sono fatte catturare dal cinema e, ahiloro!, dalla televisione, dove tutto è approssimativo. Anche le esigenze del pubblico.

Postato giovedì, 6 marzo 2008 alle 00:24 da Giancarlo Governi


@massimo maugeri
La Morante? brava ma ingessata. Se la vai a vedere nei suoi primi film e negli ultimi ti accordi che non è cambiata affatto.
Francamente preferivo… la zia.

Postato giovedì, 6 marzo 2008 alle 00:26 da Giancarlo Governi


@maria lucia riccioli
è vero quello che dice sulla fame. Totò diceva: “non si può essere comici se non si è fatto a pugni con la vita”. Un grande di oggi (sicuramente il più grande, degno erede di Totò e di Sordi), ha fatto a pugni con la vita: si chiama Roberto Benigni. Ed è l’unico.

Postato giovedì, 6 marzo 2008 alle 00:29 da Giancarlo Governi


Ngiorno!
Ngiorno signor Governi!
Pensavo alla cosa che lei ha detto di Totò e di Benigni, e pensavo che era vera e che Benigni una volta è andato in televisione da Paolo Bonolis (paragone ai limiti del surreale ecco, cioè proprio due idnividui che uno accanto all’altro non ce ponno stà) e Bonolis, atrrancando e sudando ni ci chiede a Benigni: secondo lei che cosa c’era nella comicità di Totò?
E Benigni ha risposto.
“Dietro a Totò c’è una fila di morti.”
(alludendo appunto alla sofferenza e alla miseria di un popolo in un certo periodo)

Postato giovedì, 6 marzo 2008 alle 08:12 da zauberei


@ Zauberei
Forse quel “Dietro a Totò c’è una fila di morti.” si può interpretare anche in un altro senso…. e a me piace molto di più.

Postato giovedì, 6 marzo 2008 alle 08:44 da giovanni


prometto a tutti che rivedrò qualche film di Anna Magnani, chissà? forse mi ricrederò.

Postato giovedì, 6 marzo 2008 alle 08:47 da giovanni


@ GEA
Grazie, mille volte grazie per quel link a YouTube. Era proprio quella la scena che ricordavo, anche se e’ diversa dall’immagine che ne avevo, non c’e’ il mazzo di fiori ma c’e’ la terribile intensita di quegli occhi. Era grandissima Nannarella. E’ grandissima.

Postato giovedì, 6 marzo 2008 alle 08:55 da Laura Costantini


Anna Magnani amava molto gli animali, faceva anche la “gattara” a tempo perso. Chi è di Roma conosce bene queste figure. Sono donne che vanno a dare da mangiare ai gatti randagi, prevalentemente di notte. Lei ci andava con delle sua amiche, alcune attrici, alcune scrittrici. La mia mamma la conosceva. Ha sempre detto di lei che era una chicchissima, per nulla popolana, molto molto raffinata. Finissima intellettuale amava molto frequentare poeti e scrittori. Pare che dal vivo fosse molto molto più bella che in cinema. Un corpo fantastico, un seno statuario. Curatissima nell’abbigliamento, regalò alla mamma un vestito nero di Dior … questo per dire che non indossava stracci. Di contro era una democratica convinta, molto consapevole dei problemi sociali. Solitaria di carattere, aveva una villa piena di cani, tra cui un pastore belga bellissimo. Rinunciò al successo americano per tornarsene a Roma dai suoi animali. Negli States all’inizio si trovò bene, le piaceva la novità, l’eccitazione, lavorare con Marlon Brando … ma non poté mai rinunciare alla sua natura ribelle. Anche gli States dopo un po’ le stavano stretti. all’epoca in America c’era anche Vittorio Gassman che aveva sposato Sherley Winters. E’ li che mia madre conobbe tutti loro, lasciatemelo dire: che culo ragazzi! Del gruppo faceva parte anche Cary Grant e Lawrence Oliver.
Nannarella era la novità, tutti erano curiosi di conoscerla. Facevano un sacco di feste, tutte a New York che era il posto dove vivevano gli intellettuali. A Los Angeles ci si andava solo per girare, era considerata un po’”buzzurra”.
Ve be’ insomma comunque un periodo meraviglioso, la guerra era finita la gente aveva voglia di vivere, ricominciare … Anna Magnani era una donna speciale che è vissuta in un’epoca irripetibile.

Postato giovedì, 6 marzo 2008 alle 09:15 da F. M. Rigo


Ah, un’alra cosa curiosa che me stavo a dimenticà: nella vita parlava un italiano correttissimo, senza nessuna inflessione romanesca.
Ve la immaginate?
Questo fa di lei un’attrice (se possibile) ancira migliore di quanto crediamo. Popolana non lo era proprio per niente.
Incredibile Nannarè.

Postato giovedì, 6 marzo 2008 alle 09:28 da F. M. Rigo


scusate: ancora migliore, è il sonno.
:-)

Postato giovedì, 6 marzo 2008 alle 09:29 da F. M. Rigo


a me l’unica attrice, non una star, ma attrice vera, che talvolta ha ricordato la magnani, è lina sastri. grande intensità, grande espressività.

Postato giovedì, 6 marzo 2008 alle 11:48 da gea


sicuramente non c’e’ ancora attice italiana che la possa eguagliare,anche se per qualche sera ci hanno proposto la sabrina ferilli volendola farla somigliare a lei !!!!!!!!! non ci riusciranno mai !!!!! anna magnani aveva un volto troppo particolare, non bello (la ferilli e’ troppo carina) – forse, come dice gea, lina sastri potrebbe essere del suo spessore, ma anche qui non si centra ancora l’obiettivo!!
mi sono ricordata ora che da ragazetta avevo in camera mia un poster di anna magnani tutto in bianco e nero……mi piaceva gia’ tanto….e poi portava il mio nome…..o io portavo il suo !!!!! e’ stata una grande attrice molto speciale, senza studiare molto recitazione era bravissima !!e poi ricordo ancora che girarono un pezzo di film con lei proprio sotto casa mia, a via lucio sestio dove allora c’era il mercato per la strada!!!! ed io per mano a mia nonna scendemmo giu’ per la strada a vedere !!!!!
che ricordi !!!! proprio oggi, con anna magnani, ricordo questa piccola cosa con mia nonna !!!!!!
grazie anna magnani di essere esistita !!!! un saluto caro a tutti anna di mauro

Postato giovedì, 6 marzo 2008 alle 12:43 da anna


anna di mauro, non solo anna

Postato giovedì, 6 marzo 2008 alle 12:44 da anna


- giovanni te dirò, non è che la faccia di Benigni lasciasse tante interpretazioni, stavamo a piagne tutti…

Postato giovedì, 6 marzo 2008 alle 13:55 da zauberei


Ma no!!! Un confronto con Anna Magnani non è possibile, non regge, non c’è storia. Impariamo dai francesi, Anna Magnani è un’icona, un patrimonio nazionale: sacra! Altri tempi, altre sensibilità, altra tecnica. Anzi forse la tecnica aveva, allora, la sola funzione di servire l’interpretazione e non, come oggi di sostituirsi ad essa. Brava la Bui ad interpretare la donna d’oggi, brava la Sastri nei suoi ruoli “etnici”, brava anche Licia Maglietta che in Pane e tulipani è straordinaria, ma sono solo brave attrici che interpretano con maestria ed estro una parte.
Come altri hanno già scritto, Anna Magnani interpretava un’epoca “morente”. Oggi, forse, anche lei non sarebbe più la stessa. Teniamoci l’unicità della sua testimonianza come un regalo prezioso.
baci

Postato giovedì, 6 marzo 2008 alle 14:52 da miriam ravasio


1. La Magnani ha avuto mai una vera erede?
-
2. A vostro avviso che cos’è che ha reso (e rende) questa attrice così speciale?
-
3. Ritenete che tra le attrici italiane di oggi ce ne sia qualcuna che, in un modo o nell’altro, faccia pensare alla Magnani?

1-NO
2- che rimanevi a guardarla e a seguirla anche se solo si limitava a respirare
3-NO, ma ce ne sono tantissime che la fanno rimpiangere visto che recitano come se leggessero l’orario dei treni

Postato giovedì, 6 marzo 2008 alle 19:11 da enrico gregori


@ Gentilissimo Giancarlo Governi, da quel poco che ho letto sul blog e dalle sue cortesi spiegazioni, sono rimasta ammirata per l’ottimo profilo psicologico che ha tratteggiato per noi, sulla inarrivabile Anna Magnani.
Mi hanno colpito i suoi scelti aggettivi, così aderenti allo straordinario personaggio, essi riescono a renderla viva, reale quasi palpabile. Dall’accurata descrizione da lei fatta, emerge nitido il magnifico temperamento dell’attrice, libero indipedentente passionale, irruento e selvatico;ma anche tenero ed ironico.Personalmente la reputo insuperabile nella parte della popolana, poiché Anna riesce ad incarnare
il clima e lo spirito del tempo, in quel crudo periodo della guerra. Penso anche che il titolo del film ” Mamma Roma” (1962) di Pier Paolo Pasolini
le calzi a pennello. Della Magnani mi ha sempre coinvolto e commosso il senso amorevole e profondo di maternità nei confronti del figlio malato e l’ostinatà volontà di volerlo guarire ad ogni costo. Anch’io reputo Lina Sastri brava ed intensa, fra le nostre attrici , forse è l’interprete che più si avvicina a Nannarella nostra, ma ancora non ha raggiunto i suoi alti vertici. Ringrazio lei e Massimo per avercela,caramente ricordata.
Tessy

Postato giovedì, 6 marzo 2008 alle 19:17 da M. Teresa Santalucia Scibona


RISPONDO.
vi risulta che totò abbia vuto un erede,non in senso genealogico ovviamante,e Dante,e Caravaggio,e via discorrendo?
Un talento unico e inrrivabile,non piu’ perfettibile,nn puo’ avere eredi,forse brutte imitazioni,ma nessuno sano di mente,si metterebbe a gareggiare con la certzza di un patetico esito.
cosa aveva di unico la magnani?tutto,persino le occhiaie,avete mai visto un’attrice con le occhiaie e le borse sotto gli occhi?lei le portava disinvoltamente,l’antidiva per eccellenza.la sua personalita’ artistica era cosi’ forte che niente la oscurava,anzi era lei che dava carattere e forza ai personaggi che interpretava.
Riguardo alle brave attrici vi assicuro che ce ne sono,come la Mezzogiorno o la Morante,anche la Buy,ma dipende dai registi e dai film.La laura morante nel film di verdone ‘L’amore e’ eterno finche’ dura’(se la memoria non mi inganna) fa un pezzo da antologia cinematografica indimenticabile,quando spara in faccia all’ex marito (Verdone),tutta la sua rabbia con le giugulari che le scoppiano,e la saliva che schizza,lo avete visto?
Poi guardate le altre che ho nominato nei film di ozpetek,sono grandi interpreti,perfino Ambra Angiolini diventa credibile attrice nel film ‘Saturno contro’,il chè è sintomatico.
Non tutte recitano come svampite bambole,specie quelle che le ossa se le sono fatte in teatro,quella scuola fa la differenza.
Ma e’ chiaro che se guardate i telefilm in tv di grandi attrici ne vedrete poche.

Postato giovedì, 6 marzo 2008 alle 22:13 da maria gemma


Caro Massimo,
non saprei rispondere alle tue domande. Un’erede oggi di Anna Magnani? non ner vedo di simili in giro. Piuttosto vorrei parlare di quelle che nel ricordo mi sembrano le sue interpretazioni memorabili. Comincerei con l’episodio del film di più autori L’amore, quello dal titolo La voce umana, che era uina pièce di Jean Cocteau. Devo aver visto in un cineclub il film una sola volta. C’è la Magnani che a lungo parla al telefono con l’amante che l’ha lasciata. Per dire quanto fosse straordinaria la sua ionterpretazione, tutte le volte che ho parlato con un’attrice le proponevo di fare La voce umana, avevo in mente la voce della Magnani che riversava in quel monologo il dolore, la rabbia, la disperazione della donna lasciata dall’amante. Mi piacerebbe tanto rivedere il film.
Un’altra grande cosa di Nannarella il film di Paosolini Mamma Roma. Mamma Roma è lei, con la sua maschera di dolore indomito, con la ferocia della madre disperata che difende il proprio figlio contro tutto e tutti. Ricordo il suo viso quando va ad aprire la porta e ha davanti l’amante stronzo che la perseguita, Franco Citti, venuto per vendicarsi di essere stato abbandonato, lui magnaccia, dalla prostituta che tenta inutilmente di sottrarsi alle sue prepotenze.
Ciao,
leandro Piantini

Postato giovedì, 6 marzo 2008 alle 22:15 da Leandro Piantini


”Omnibus”… che bella definizione per ”pellicola di diversi registi”. Quanto mi piacerebbe vedere un bell’omnibus anche oggi… ce ne sono di decenti in giro, come per esempio (vado fuori argomento) ”Sabato, domenica e lunedi” (Mastroianni e la Loren… roba da sogno!)?

Postato giovedì, 6 marzo 2008 alle 22:30 da Sergio Sozi


…Si diceva anche ”film a episodi”. Ma ”omnibus” e’ meglio.

Postato giovedì, 6 marzo 2008 alle 22:30 da Sergio Sozi


Vi ringrazio tutti per i nuovi commenti

Postato giovedì, 6 marzo 2008 alle 22:46 da Massimo Maugeri


Domani ricorre il centenario.
Pensavo… magari potremmo approfittare di questo post per scrivere due parole direttamente a Lei. A Nannarella.
Una piccola lettera…
Un pensiero…
Una poesia…

Postato giovedì, 6 marzo 2008 alle 23:01 da Massimo Maugeri


L’italia con la i
piccoletta ancora

sventrata
come gli occhi delle sue donne
la fame nel ventre insieme ai figli
italiani di domani
tristi e sfacciati di sempre

un cinema ogni tanto per sognare
per ridere di sé o per sognare
Totò e la Magnani da guardare

Postato giovedì, 6 marzo 2008 alle 23:19 da Maria Lucia Riccioli


Giusto, Maria Gemma,
ma qualcosa mi dice che neanche il teatro di oggi e’ la stessa scuola di quello di ieri: perche’ la scuola da sola comunque non basta per fare della buona arte, serve la cultura italiana, insieme. E se non la piantiamo con questa vita da isolati, la nostra civilta’ se ne va e l’arte scivola con essa.

Postato giovedì, 6 marzo 2008 alle 23:45 da Sergio Sozi


@ Leandro Piantini
Alcuni anni fa quando sono stata a Los Angeles al college c’era un indo-qualcosa (un piccoletto ) che studiava regia ed era anche abbastanza preparato sul cinema italiano sui i soliti Mastroianni, Fellini, le Loren, le Nannarelle, il prototipo italiano di mora formosa, femminile, sinuosa e senza scarpe da tennis (lodava molto anche Benigni e la sua vita è bella).
La sottoscritta continuava a dirgli che anche da noi in Italia le donne sono molto cambiate dal modello di mamma sorella sposa che se non bada ai figli dà da mangiare ai gatti (Anna Magnani era la gattara di Roma), che da tempo è finito il dopoguerra, che le donne si automantengono, che non sono più sciatte e dialettali, che non siamo proprio come le rambo americane ma che il livello culturale si è elevato e che oramai facciamo volentieri a meno di quelle altrettanto patetiche figure maschili neorealistiche coi colletti alzati, un pò morti di fame,con sogni da dolce vita, un piagnisteo, demoralizzante.
Ciao

Postato giovedì, 6 marzo 2008 alle 23:47 da Rossella


@Gea brava,
conosco Lina Sastri, l’avevo pensato, l’avevo creduto, fortemente, ma avevo avuto paura di dirlo, troppo connotata nel mio paesino sul golfo.
Chissa se “annamagnani” l’ha conosciuta “linasastri”.

Signora Anna buongiorno e tanti auguri,
oggi compie cent…no! Mica stavo dicendo gli anni? No signò.
Oggi compie…/no, non compie; oggi è un bel giorno, signora Anna.
Come? No, mi perdoni, Nannarella non mi viene, non saprei dirlo…
e non per gli anni, 40 anni sono bellissimi.
Ma Nannarella è troppo confidenziale e Mammà non l’avrebbe permesso.
Si, ne avrà avuto venti e, quand’è andata di là…più di quaranta, ma io la ricordo quarantenne come quella bella amica di mammà di cui sono sempre stato innamorato e che ne avrà sempre quaranta.
Perchè mi volto? Non è la sua sottoveste grigia come le perle,
sono i suoi occhi, Signora Anna.
Buon Compleanno.

Postato venerdì, 7 marzo 2008 alle 00:00 da francesco di domenico


Innanzitutto vorrei rivolgere i miei complimenti a Giancarlo Governi per le sue trasmissioni televisive dedicate ai grandi artisti del passato, perché le trovo, ad un tempo, semplici ma coinvolgenti ed esaustive; inoltre contribuiscono ad educare il gusto del pubblico verso la qualità, mostrando veri talenti e la loro fatica per farsi strada nel mondo dello spettacolo. Con pieno rispetto e lontano da quella banalità e dai quei luoghi comuni che imperversano in molte altre trasmissioni e/o fiction. Mi aggiungo anche io agli auguri per questo suo recente libro dedicato alla Magnani. Voglio anche dire che ho trovato molto interessante e sensato quanto ha scritto Maria Gemma nel suo ultimo intervento. Penso infatti che, fatto salvo l’inarrivabile talento della Magnani, non bisogna considerare il nostro cinema del presente come del tutto privo di veri talenti femminili: molto dipende dai copioni e dai registi. Certo, qualunque cosa facesse, la Magnani era grande, ma, spesso, aveva dietro di lei Rossellini, Visconti, Pasolini, Williams ed altri altrettanto grandi. E poi c’era un’Italia molto diversa dalla nostra, con istanze e temi che riguardavano un’epoca oggi conclusa. Perché non considerare la Morante ne “La stanza del figlio” di Moretti, o la Buy in “Caterina va in città” di Virzì? O molte delle attrici italiane (dai ruoli secondari) che Tornatore ha diretto nei suoi film (mi viene in mente la bravura di Antonella Attili in “Nuovo cinema Paradiso”)? O perché non pensare alla Bobulova, che, a mio avviso è una grande attrice, sebbene molto diversa, fisicamente e nella recitazione, dalla Magnani? Pensate al suo ruolo in “Anche libero va bene” di Rossi Stuart. Forse non c’è, né ci sarà una vera erede della Magnani, però veri talenti sì. Oppure, perché non pensare ad Olivia Magnani? La esile protagonista de “Le conseguenze dell’amore” di Sorrentino? Se non sbaglio, nipote di Nannarella? D’accordo anche con Leandro Piantini: “La voce umana” è un pezzo che andrebbe rivisto. Spesso.
Un caro saluto a tutti!
Gabriele.

Postato venerdì, 7 marzo 2008 alle 00:28 da Gabriele Montemagno


Non ti abbiamo dimenticata, Nannarella.
E come potremmo?

Postato venerdì, 7 marzo 2008 alle 08:05 da Massimo Maugeri


Un saluto all’amico Gabriele Montemagno

Postato venerdì, 7 marzo 2008 alle 08:05 da Massimo Maugeri


Se vi può interessare c’è un servizio su Repubblica Tv, proprio su Nannarella:

Smile

Postato venerdì, 7 marzo 2008 alle 09:12 da Elektra


Scusate, mancava il link
http://tv.repubblica.it/home_page.php?playmode=player&cont_id=18043
Smile

Postato venerdì, 7 marzo 2008 alle 09:13 da Elektra


[...] letteratitudine un dibattito su Anna Magnani con la partecipazione di Giancarlo Governi. L’elezione del libro [...]

Postato venerdì, 7 marzo 2008 alle 09:29 da Kataweb.it - Blog - TERZAPAGINA, articoli selezionati dalle pagine culturali dei quotidiani » Blog Archive » Ciao, Nannarella


‘o devo da fa’ ‘n dialetto e me piagne er core pe’ chi nun è de roma ma nun vado troppo sull’antico cosi’ po’ esse che lo capischeno tutti. e poi, a di’ ‘a verità, a me me pare che er romanesco sia ‘n macello a capillo quanno se parla, ma si lo scrivi ce se sfaciola.
è pure ch in ’sto momento me viene ‘n mente nannarella a campo de’ fiori, quanno faceva la guera co’ fabrizi.
te faceva ride, te faceva piagne e te faceva puro ‘ncazza’. ma in quer firme c’era tutto. tutta lei e tutta roma, ner bene e ner male.
si poi l’oscare l’ha pijiato pe’ n’antro firme va bene ‘o stesso. Ma co’ campo de’ fiori, puro si ce passi oggi, quarcheccosa de anna t’aricordi. co’ a rosa tatuata, boh!

Postato venerdì, 7 marzo 2008 alle 09:52 da Enrico Gregori


A tutti.
Che ve devo dì, fijetti belli m’avete fatto piagne… Così avrebbe commentato Nannarella.
Io, più modestamente e indegnamente, vi dico, che mi avete emozionato. In questi giorni sto passando da una emozione all’altra.
Ragazzi, io ne ho passate di tutti i colori e non mi sono emozionato mai, neppure quando sono andato in diretta davanti a milioni di spettatori. Neppure quando mi è capitato di salire su un palcoscenico di un teatro gremito..
Ma ieri sono passato da una emozione all’altra.
Alle 17.40 sono arrivato alla Feltrinelli insieme a mia moglie. La libreria era strapiena, per far sedere mia moglie ho dovuto chiedere una sedia alla direzione. Quando abbiamo iniziato erano più quelli che stavano in piedi che quelli che avevano trovato posto. Il direttore della libreria mi ha detto che in tanti anni non aveva mai visto una cosa del genere. Il successo è stato clamoroso. Applausi, domande a non finire a me ma anche a Luca Magnani e a Giovanna Ralli (la più bella settantenne d’Italia). Alla fine abbiamo dovuto smettere, su sollecitazione della direzione. Ho firmato un centinaio di copie, tanto che mi si era slogato la mano.
Dopo, Daniele della Minimum fax mi ha portato a San Lorenzo a cena da Pommidoro, poi mi ha portato in un locale dove mi sono trovato di fronte ad una spettacolo incredibile: un club di 150 donne riunite per festeggiare il centenario della nascita di Anna Magnani e anche l’8 marzo, che mi hanno accolto in maniera trionfale, tutte con il libro in mano e già letto. Ho parlato e firmato tutte le 150 copie fino all’una di notte.
PS. Mi hanno baciato quasi tutte e 150. Mia moglie mi è parsa più fiera che seccata.

Grazie grazie e grazie a tutti.

Postato venerdì, 7 marzo 2008 alle 16:22 da Giancarlo Governi


@ Giancarlo Governi
Caro Giancarlo, sono molto lieto del successo che sta riscontrando il tuo libro.
E grazie mille per il tuo commento precedente.

Postato venerdì, 7 marzo 2008 alle 19:05 da Massimo Maugeri


Chi vuole potrà “incontrare” Giancarlo Governi in Tv nei seguenti appuntamenti:
sabato 8 ore 15-18 – Effetto Sabato, RAI 1 – ospite in studio;
domenica 9 ore 18.30 – Domenica In, RAI 1 – ospite di Pippo Baudo;
martedì 11 ore 10 – Cominciamo bene, RAI 3 – ospite di Fabrizio Frizzi.

Postato venerdì, 7 marzo 2008 alle 19:06 da Massimo Maugeri


@ Giancarlo
Dimenticavo… in risposta alla mia newsletter (relativa a questo post) ho ricevuto una mail da parte di Italo Moscati in cui mi dice di salutarti da parte sua.

Postato venerdì, 7 marzo 2008 alle 19:07 da Massimo Maugeri


Italo è un caro amico e una grande persona. Anche lui ha scritto una bella biografia di Anna Magnani che però non ha avuto la fortuna di essere editata da un grande editore come Minimum Fax. Invecchiando, e arrivato al ventesimo libro, mi sono convinto che puoi scrivere pure Guerra e pace ma se non hai dietro un editore che ti sostiene non ce la fai.
Ciao Italo, ti abbraccio.

Postato sabato, 8 marzo 2008 alle 00:19 da Giancarlo Governi


Caro Giancarlo,
domattina scriverò qui due parole per ricordare l’ottimo libro di Italo. E lo contatterò.

Postato sabato, 8 marzo 2008 alle 01:14 da Massimo Maugeri


Un saluto a Italo Moscati, che ci legge.
Nel commento di seguito le notizie sul suo libro sulla Magnani.

Postato sabato, 8 marzo 2008 alle 10:13 da Massimo Maugeri


CENTO ANNI FA NASCEVA UNA GRANDE ATTRICE…

-

Italo Moscati

-

ANNA MAGNANI

Vita, amori e carriera di un’attrice

che guarda dritto negli occhi

-

Edizione Ediesse-Eri

-
Una donna che ha molto amato, molto sofferto e si è battuta con impeto per avere un’esistenza piena, secondo vocazione e talento, senza mai tradire coscienza e rigore nel suo mestiere e nelle apparizioni fuori scena. La Magnani viene presentata nel libro sia come personaggio del suo tempo, che incarna settant’anni di storia italiana- il periodo fra le due guerre mondiali, il ventennio, il dopoguerra, i “favolosi” anni sessanta-, sia come donna di spettacolo, capace di passare dal dramma alla rivista, e viceversa, dal film brillante al cinema neorealista di Rossellini, alle opere di Luchino Visconti, Pier Paolo Pasolini, Federico Fellini, ai programmi radiotelevisivi. Ma soprattutto Anna è vista come protagonista di un grande film, quello che nasce dall’intreccio tra i fatti di tutti e i suoi personali, una narrazione intensa e ricca di particolari anche inediti.
-

Italo Moscati, scrittore, regista, sceneggiatore. Tra i suoi ultimi libri: “Pasolini passione”, “I Piccoli Mozart”, “Gioco perverso”, “Sergio Leone- Quando il cinema era grande”
-
“Come in un film, i primi piani di Nannarella raccontata come una donna
battagliera, volitiva ma sempre pronta a cedere le armi davanti all’amore”- Alessandra Rota, La Repubblica
-

“Un’agile, documentata biografia…Tornano ad affacciarsi in queste pagine, evocati con una curiosità fortunatamente non innocente, divi e registi della piccola, provinciale,arrogante non di rado intelligentissima Cinecittà delle origini…pagine scritte con gusto da narratore…”

Antonio Debenedetti, Corriere della Sera
-

“Credevamo di sapere tutto di lei…e invece, se vogliamo scoprire i risvolti più strani, curiosi e segreti…non possiamo trascurare il libro di Italo Moscati. Con uno stile da grande narratore Moscati, scrittore e regista, la Magnani la racconta dal di dentro. Ne cattura lo sguardo mobile, feroce, geniale. E ripercorre l’epoca d’oro della Holluywood sul Tevere”.

Mirella Serri, La Stampa
-

“Un racconto che Italo Moscati porta brillantemente a compimento perché da quegli occhi di Anna si lascia ipnotizzare…Una biografia che è un atto d’amore e che, come ogni atto d’amore, è spontaneo, sofferto, sincero”.

Enzo Natta, Il Giornale dello Spettacolo
-

“Chi era la Magnani ce lo svela con devozione e passione questo libro di Moscati che, con un tocco di leggerezza, sembra muoversi dentro un mistero. La carriera artistica, la ricerca biografica, i commenti e i ricordi di quanti le furono colleghi, compongono un quadro umano, umanissimo, pervaso dalla felicità della memoria”

Osvaldo Guerrieri, Lo Specchio
-

“Un ritratto a tutto tondo, vivido e partecipato”

Francesco Troiano, TuttoLibri
-

“Una biografia affettuosa, partecipe, che è anche un pezzo di storia del cinema italiano e un avvincente melò”.

Filippo La Porta, Capitolium

-
“Uno splendido libro che racconta ‘il film della vita’ dell’attrice e punta i riflettori anche sugli aspetti meno noti di Anna…una biografia e un canto d’amore…”

Sentieri Selvaggi
-

“Una storia raccontata con ammirazione e amore…Fin dalle prime pagine si delinea un ritratto a due facce, privata e artistica, che si legano, vivono e interagiscono in modo assolutamente inscindibile; un percorso affascinante che riesce a coinvolgere il lettore”.

Caterina Pagnini, Drammaturgia.it
-

“Manuel Puig affermava che un tempo ‘si diceva che la più grande attrice del momento fosse la Magnani, ma non so, era sempre l’immagine dell’Italia del dolore’ . Nel libro di Moscati anche questa storia”.

Fulvio Abbate, L’Unità

Postato sabato, 8 marzo 2008 alle 10:17 da Massimo Maugeri


Tanti auguri anche a te, caro Italo.

Postato sabato, 8 marzo 2008 alle 10:19 da Massimo Maugeri


Oggi Giancarlo Governi sarà in Tv nelle ore 15-18 – trasmissione “Effetto Sabato”, RAI 1

Postato sabato, 8 marzo 2008 alle 10:20 da Massimo Maugeri


Caro Giancarlo, le tue parole sugli incontri in corso per il libro mi hanno toccato, come quelle che hai rivolto alla mia biografia. Per fortuna ci sono persone come Massimo Maugeri che nella rete riescono a tessere reti magari più piccole e personali che danno fiducia, svegliano o risvegliano amicizie. Auguri per il tuo lavoro. Tanto-io e te lo sappiamo, visto che ci vogliamo bene da anni anche se non ci frequentiamo molto: troppo da fare-certe strade vanno parallele anche se sembrano seguire direzioni diverse. A presto, Italo
Sugli editori hai ragione…ragionissima…

Postato sabato, 8 marzo 2008 alle 10:41 da italo moscati


Roma 30.3.08 – Cento anni fa nasceva Nannarella, al secolo Anna Magnani: la capostipite delle dive moderne. Lo scrittore Giancarlo Governi e il critico tv del quotidiano Metro e di Eva Tremila, Mariano Sabatini, ne parlano domani alle 10 a Uno Mattina (Rai Uno).

Postato domenica, 30 marzo 2008 alle 22:36 da Nannarella su RaiUno


Che meraviglia di essere, di attrice, di carattere! Una miscelanea di doti che trasmettono vivide emozioni…
Sentirla e guardarla è come osservare un cristallo o meglio uno specchio d’acqua, limpido …NITIDO! Si perchè la NOSTRA Anna era se stessa,era quel volto spontaneo di un’italia vera, che non si vergognava di essere se stessa e di nascondersi dietro a niente.
Oggi in televisione i personaggi che ci propinano sembrano avere tutti gli stessi obiettivi, apparire belli,tonici e simpatici…mentre prima..prima si poteva posare lo sguardo su occhi che magari non avevano il nuovo rimmel extralong sulle ciglia,ma uno sguardo profondo ed espressivo come non mai.
Se state pensando che queste siano le solite parole dette da una quarantenne che ricorda i suoi anni passati con malinconia,beh state sbagliando…sono quelle di una ragazza di appena 18 anni che si stà affacciando in un mondo troppo povero di sentimenti veri e spontanei.
Grazie per questo intervento su Anna Magnani, comprerò il libro che parla di questa irripetibile donna.
Laura

Postato domenica, 4 maggio 2008 alle 21:58 da laura


@ Laura:
benvenuta, ci sono ancora i personaggi forti , ma sono come i tartufi, bisogna cercarli. Letteratitudine è un ricco bosco.
ciao
:-)

Postato domenica, 4 maggio 2008 alle 23:07 da miriam ravasio


Cara Laura,
Miriam mi ha preceduto, ma ti dò il benvenuto anch’io.
Be’… benvenuta!
:)

Postato lunedì, 5 maggio 2008 alle 00:07 da Massimo Maugeri


ANNA MAGNANI è PER ME PARTE INTEGRANTE DELLA MIA VITA,VIVE CON ME E DENTRO DI ME NONOSTANTE LA MIA GIOVANE ETà.NON MI LIMITERò AD ELENCAZIONI O AD ELOGI PERCHè COME TUTTE LE COSE CHE SI AMANO DI PIù NON VI SONO PAROLE PER SPIEGARE ALTRUI QUELLO CHE SI SENTE SI VIVE SI PROVA INTENSAMENTE PROPRIO COME FACEVA ANNA.PERCIò SPERO CHE ACCADA ANCHE A VOI QUELLO CHE è ACCADUTO A ME DI SENTIRLA COSì VICINA OGNI GIORNO E DI AVERLA A DIFFERENZA DI MOLTI (NN PECCANDO DI PRESUNZIONE):CAPITA!
UN BACIO A TE UNICA GRANDE…IRRIPETIBILE!TI AMO..
(spero di non essere stata fraintesa)
saluti a tutti

Postato giovedì, 5 giugno 2008 alle 16:21 da MARIAGIOVANNA


è davvero confortante sapere che delle diciottenni non si scelgano come modello la velina popputa o anoressica di turno o le tante bambole vuote che imperversano sulle patrie frequenze, sulle riviste, per strada e invece amino una donna, un’attrice vera. Brave!

Postato giovedì, 5 giugno 2008 alle 18:04 da Maria Lucia Riccioli


[...] la discussione sul rapporto strettissimo che esiste tra cinema e letteratura. E poi, questo post dedicato a Anna Magnani. E quest’altro dedicato a Sergio Leone. Adesso ho deciso di aprire una finestra specifica [...]

Postato mercoledì, 26 settembre 2012 alle 23:38 da Kataweb.it - Blog - LETTERATITUDINE di Massimo Maugeri » Blog Archive » LETTERATITUDINE CINEMA


[...] Il post si presta per discutere del cinema di Pasolini e della figura della Magnani (di cui avevamo già avuto modo di occuparci in quest’altro post). [...]

Postato mercoledì, 22 gennaio 2014 alle 17:28 da Kataweb.it - Blog - LETTERATITUDINE di Massimo Maugeri » Blog Archive » MAMMA ROMA, di Pier Paolo Pasolini



Letteratitudine: da oltre 15 anni al servizio dei Libri e della Lettura

*********************
Regolamento Generale europeo per la protezione dei Dati personali (clicca qui per accedere all'informativa)

*********************

"Cetti Curfino" di Massimo Maugeri (La nave di Teseo) ===> La rassegna stampa del romanzo è disponibile cliccando qui

*********************

*********************

*********************

*********************

OMAGGIO A ZYGMUNT BAUMAN

*********************

OMAGGIO A TULLIO DE MAURO

*********************

RATPUS va in scena ratpus

*********************

Ricordiamo VIRNA LISI con un video che è uno "spot" per la lettura

*********************

"TRINACRIA PARK" a Fahrenheit ...

LETTERATITUDINE su RaiEdu (clicca sull’immagine)

letteratitudine-su-rai-letteratura

letteratitudinelibroii richiedilo con lo sconto di 4 euro a historicamateriale@libero.it o su ibs.it - qui, il dibattito sul libro

letteratitudine-chiama-mondo

letteratitudine-chiama-scuola

Categorie

contro-la-pedofilia-bis1

Archivi

window.dataLayer = window.dataLayer || []; function gtag(){dataLayer.push(arguments);} gtag('js', new Date()); gtag('config', 'UA-118983338-1');
 
 

Copyright © 1999-2007 Elemedia S.p.A. Tutti i diritti riservati
Gruppo Editoriale L’Espresso Spa - P.Iva 05703731009