venerdì, 20 novembre 2009
QUANDO LA LETTERATURA PRENDE CORPO
Che rapporto c’è tra “corpo” e letteratura?
Pensando alla letteratura del passato (italiana e internazionale)… in quali opere il corpo, la “fisicità”, diventano elementi caratterizzanti delle opere medesime?
E nell’ambito della letteratura contemporanea?
Quale romanzo scegliereste come testo rappresentativo del rapporto “corpo/letteratura”? E perché?
Pongo queste domande prendendo spunto da un testo inviatomi dalla scrittrice Barbara Gozzi: i corpi nella letteratura italiana contemporanea. Un testo che sintetizza un progetto (maggiori dettagli qui e qui).
Avremo modo di parlarne con Barbara, che ci spiegherà meglio come è nato il progetto e quali sono gli obiettivi.
Intanto, vi invito – se ne avete voglia – a provare a rispondere alle domande di apertura del post.
Di seguito, il testo di Barbara Gozzi.
Massimo Maugeri
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Progetto “i corpi nella letteratura italiana contemporanea“: ragioni, obbiettivi, contenuti, appartenenze.
di Barbara Gozzi
Leggo, studio, scrivo, analizzo, confronto, ascolto, sostanzialmente seguo e lavoro entro letteratura, editoria e storie ormai da diversi anni entro tempistiche differenti, parallele ma parzialmente sfasate da crescita, opportunità e ritmi.
A inizio 2009 ho avvertito una sorta di ’smarrimento’. Da alcuni anni concentro il lavoro verso libri e scritture recenti, di autori italiani contemporanei. Eppure qualcosa mi sfuggiva.
In seguito ho avuto la netta impressione che ci fossero leitmotiv, ci ho sentito nelle diversità, pulsioni verso elementi comuni ovvero ‘i corpi‘. Mi sembrava, insomma, che i corpi nei libri degli scrittori contemporanei che andavo leggendo e analizzando, iniziassero a prendere forme precise, usi consapevoli, fossero più ‘fondamenta’ di quanto lo erano stati nei decenni precedenti. Dunque i corpi come elementi narrativi che parlano, che si impongono nei tessuti quanto nei simbolismi, nel modo di narrare, esprimere, sentire, nel tentativo di trasferire al lettore una carnalità che buca la bidimensionalità delle parole scritte e si tende ad ‘altro’.
Riprendendo letture e studi della letteratura del secolo scorso (attività tutt’ora in corso), osservando ciò che è stato ‘dei corpi’ nel novecento e incrociandolo con quanto ho fin ora percepito dai corpi scritti dai contemporanei (evidentemente in divenire), ho come ‘inchiodato’ di fronte a uno sbarramento improvviso: l’identità.
Nell’ultimo anno, inoltre, altre persone, entro scambi, discussioni, incontri, hanno rilevato, manifestato e condiviso da angolazioni differenti, somiglianze nei pensieri, nei dubbi verso identità e corpi.
Sono dunque arrivata a un’impressione ovvero che la letteratura italiana contemporanea si sta muovendo. Piano. Lentamente. A scatti forse. Entro ristagni, silenzi, prove anche solitarie. Eppure nelle scritture, entro maglie di voci e storie, io credo sia in corso un certo ‘dissidentismo’.
Dissidentismo rispetto a ciò è diventata la letteratura in Italia, scivolando in appiattimenti, discussioni e tendenze alla moda.
Dissidentismo rispetto all’identità individuale di chi scrive, di chi impasta storie che si tendono a lasciare ‘qualcosa’ oltre le mere emozioni usa e getta, specchio del nostro tempo, di una società in corsa ma incapace di trattenere e scavare.
I corpi sono un nodo, è ciò su cui sto riflettendo.
Anche la mia identità, mia come persona che legge, studia, lavora e scrive entro la letteratura (in senso ampio) è soggetta a tutte queste oscillazioni.
Posso sapere consapevolmente chi sono, ciò che sono senza tentare di capire ciò che sono e dove stanno andando gli altri attorno a me? Gli altri che, come me, affondano le braccia nella letteratura?
Il progetto ‘I corpi nella letteratura italiana contemporanea‘ è l’unica risposta che sono riuscita a darmi.
Sono necessarie, però, delle precisazioni semplici.
Parlare e scrivere di letteratura sono attività frequentemente assorbite come ’individuazione di ciò che ci sopravvive’. Di una dimensione da ’residuo duraturo’. Un qualcosa destinato a essere insegnato, magari tra i banchi, o comunque ricordato entro allocazioni preziose, luccicanti. Entro un tramandare per non dimenticare. Per non lasciar morire.
Ma ciò che tra venti, quaranta, sessanta e più anni sarà considerato ’il peso di una scrittura necessaria, rappresentativa di questa società’; questo peso muterà forme, sostanze, opinioni, analisi per altri venti, quaranta, sessanta e più anni.
Rapportarsi lucidamente, passionalmente e visceralmente con gli autori italiani contemporanei, le scritture, le storie e le voci; tutto questo non sottintende – nelle mie intenzioni – un altro rispetto ai significati delle parole stesse: lettura, studio, ascolto, riflessione, confronto.
I libri, gli autori, le storie che le future generazioni sceglieranno di leggere, ascoltare, considerare non possono emergere oggi nell’oggi.
Questo progetto parte proprio da qui, dalla non-ricerca di ’vincitori’. Gli scritti oggetto di scavi, interrogazioni, riflessioni, connessioni vengono ripresi per essere ascoltati. Per offrirsi a comprensioni, collegamenti.
Questo è l’approccio, questo è il corpo del progetto.
Partire da parole, dalla carne nelle parole.
Allungarsi, ove possibile, alle voci, gli autori, gli intenti.
Digerire sensi, percezioni.
Tenderli verso comprensioni, verso eventuali fili che passando uniscono. La letteratura di oggi nell’oggi. Le identità che attraverso le parole sono forme forse riconoscibili. Gli strumenti che dalla lingua, saltano pagine e supporti bidimensionali, per conficcarsi. Da qualche parte.
E questi sforzi riunirli in uno scritto (una forma aggregativa di contenuti, riflessioni, spunti, analisi, stralci) e diffonderli attraverso contatti. Contatti aperti a tutti entro eventi, iniziative ’concrete’, piccole e grande, lunghe o corte, vicine e lontane, tutto quello che si potrà a partire dal 2010.
Infine, precisazione non ultima per importanza: l’appartenenza.
Non si tratta di chiudersi ma di aprirsi. Non è ricerca del nuovo ‘fenomeno mediatico’ da lanciare con l’intento di colpire e veicolare attenzioni. Non si discute di ‘forme’ ma di sostanze, polpe di lingue, voci, storie, dove c’è – evidentemente – spazio necessario alle forme delle scritture, ma non alle apparenze che attorno ai libri ruotano (e che comunque sempre ci saranno).
Il progetto non sarebbe tale, insomma, senza collaborazioni, confronti, consulenze. Non soltanto di chi ha scritto (o lo sta facendo), interpretato, espresso, questo sentire entro-per-sui-attorno ai corpi nella letteratura italiana recente, ma anche grazie all’aiuto prezioso di chi tali sentire li ascolta e si impegna a divulgarli.
Progetto ambizioso, me ne rendo conto. Ma che non ha scadenze, obblighi men che meno pretese da ‘raggiungimento di mete prefissate’.
Forse si arriverà a constatare che ciò che ho avvertito era errato. Che non c’è nessun collegamento, che non c’è movimento nella letteratura italiana contemporanea.
O forse chissà.
Non sento importante definire un punto di arrivo preciso, entro il corpo del progetto, piuttosto una modalità che permetta di seguire le necessità di comprensioni, divulgazioni, ascolti, recuperi anche dell’operazione più comune ovvero la lettura.
Barbara Gozzi
novembre 2009
Tags: barbara gozzi, corpi, corpo, letteratura
Scritto venerdì, 20 novembre 2009 alle 00:01 nella categoria EVENTI, INTERVENTI E APPROFONDIMENTI. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. I commenti e i pings sono disabilitati.
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