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giovedì, 28 marzo 2019

LAURA PUGNO con “La metà di bosco” e “In territorio selvaggio” in radio a LETTERATITUDINE

LAURA PUGNO con “La metà di bosco” (Marsilio) e “In territorio selvaggio” (Nottetempo), ospite del programma radiofonico Letteratitudine trasmesso su RADIO POLIS (la radio delle buone notizie)

In streaming e in podcast su RADIO POLIS

trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia e postproduzione: Federico Marin

* * *

PER ASCOLTARE LA PUNTATA CLICCA SUL PULSANTE “AUDIO MP3″ (in basso), O CLICCA QUI

* * *

Ospite della puntata: Laura Pugno, con cui abbiamo discusso del suo nuovo romanzo intitolato La metà di bosco(Marsilio) e  del volume In territorio selvaggio(Nottetempo).

Come nasce “La metà di bosco“? Che tipo d’uomo è Salvo Calvi, il protagonista del romanzo?  Cosa puoi dirci sulla sua situazione famigliare (in relazione alla ex moglie Adele e alla figlia Lili)? Perché Salvo Calvi accetta l’invito, ricevuto da un amico (Kostas), di recarsi sull’isola greca di Halki? Vuoi raccontarci qualcosa su Kostas e sulla sua famiglia? E sui luoghi in cui hai ambientato il romanzo? Ti andrebbe di descriverceli? Cosa puoi dirci su questa ragazza (Cora) che cade in mare e scompare? C’è una relazione tra questo tuo nuovo romanzo (La metà di bosco) e quelli precedenti? Cosa puoi dirci sul tuo rapporto con la scrittura e con la parola? Sei più una scrittrice “metodica” o “estemporanea”? Come nasce e quali tematiche affronta quest’altro tuo nuovo libro uscito per Nottetempo e intitolato “In territorio selvaggio”? A tuo avviso il compito della letteratura (ammesso che sia possibile definirlo e delimitarlo) è più legato alla possibilità di offrire domande o di fornire risposte?

Questo e tanto altro abbiamo chiesto a Laura Pugno nel corso della puntata.

* * *

[Le schede dei libri]

La metà di bosco - Laura Pugno - copertina“La metà di bosco” (Marsilio)

Salvo Calvi, medico dell’Unità del Sonno che paradossalmente soffre d’insonnia, accetta l’invito di un amico sull’isola greca di Halki. Il sole dell’estate sembra placarlo, acquietare il ricordo della moglie e la figlia che ormai non fanno più parte della sua vita. Ma, dopo una gita in barca al vicino isolotto di Krev, una ragazza, Cora, cade in mare e scompare. Viene ritrovata qualche giorno dopo sulla spiaggia. Uccisa con un colpo d’arma da fuoco. Non è però un giallo quello che l’autrice va a costruire: piuttosto un viaggio di iniziazione al lutto insieme doloroso e quieto, disperato e senza sgomento. Con La metà di bosco Laura Pugno conferma il suo talento nel raccontare, con fredda dolcezza e limpidità allucinata, storie al limite: se nella Ragazza selvaggia e nell’ormai classico Sirene il confine era quello tra l’umano e l’animale, qui a essere esplorata è la variante angelo: una fantasmale, ma amica, sovraumanità.

* * *

In territorio selvaggio - Laura Pugno - copertinaIn territorio selvaggio – Corpo, romanzo, comunità (Nottetempo)

Cosa chiediamo ancora a un libro, noi lettrici e lettori? Vogliamo solo, come recita un mantra editoriale raccolto dallo scrittore e scout Giulio Mozzi, che sia “lineare, ben scritto, con un/a protagonista in cui ci si possa identificare senza indugi, che affronti difficoltà che fanno parte dell’esperienza quotidiana, e che contenga alla fine un messaggio di conforto”? O i libri possono essere ancora per noi guide verso un territorio selvaggio? Chiediamo ai nostri romanzi (e a noi stessi) di essere solo giardini? Tagliamo fuori tutto ciò che è bosco, perdersi, fare esperienza dell’oltre? In questo quaderno di appunti, che segue liberamente l’andamento delle idee che si cercano e si rispondono, Laura Pugno, autrice de La ragazza selvaggia (finalista Premio Campiello 2017), cerca di rispondere a queste domande, e lo fa partendo dal corpo, dalla sua lingua incapace di mentire.

* * *

Laura Pugno è nata a Roma. Ha pubblicato la raccolta di racconti Sleepwalking (Sironi 2002) e i romanzi Quando verrai (minimum fax 2009), Antartide (minimum fax 2011), La caccia (Ponte alle Grazie 2012), La ragazza selvaggia (Marsilio 2016, Premio Selezione Campiello 2017) e Sirene (Marsilio, 2017). In poesia: Il colore oro (Le Lettere 2007), La mente paesaggio (Perrone 2010), Bianco (Nottetempo 2016) e I diecimila giorni: Poesie scelte 1991-2016 (Feltrinelli Zoom 2016); è inoltre inclusa nell’antologia einaudiana Nuovi poeti italiani 6 (2012). Oggi dirige l’Istituto Italiano di Cultura di Madrid.

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trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia e post produzione: Federico Marin

PER ASCOLTARE LA PUNTATA CLICCA SUL PULSANTE “AUDIO MP3″ (in basso), O CLICCA QUI

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La colonna sonora della puntata: “Quando Una Stella Muore” di Giorgia; “Hang” di Francesco Agnello; “Gocce di memoria” di Giorgia.

(continua…)

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venerdì, 11 settembre 2015

SPECIALE PREMIO CAMPIELLO 2015

SPECIALE PREMIO CAMPIELLO 2015

Sabato 12 settembre verrà decretato il vincitore della 53^ edizione del prestigioso premio letterario tra i seguenti cinque finalisti: Marco Balzano, Paolo Colagrande, Vittorio Giacopini, Carmen Pellegrino, Antonio Scurati. Sul post, i contributi speciali di Letteratitudine

Concorrono per la vittoria finale della 53^ edizione del Premio Campiello Marco Balzano con L’ultimo arrivato (Sellerio), Paolo Colagrande con Senti le rane (Nottetempo), Vittorio Giacopini con La Mappa (Il Saggiatore), Carmen Pellegrino con Cade la terra (Giunti) e Antonio Scurati con Il tempo migliore della nostra vita (Bompiani).

I CONTENUTI SPECIALI DI LETTERATITUDINE

(continua…)

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venerdì, 2 maggio 2014

ELISA RUOTOLO ospite di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 2 maggio 2014

elisa-ruotoloELISA RUOTOLO ospite di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 2 maggio 2014 – h. 13 circa [e, in replica, il mercoledì successivo (h. 9 circa)]

In Fm e in streaming su Radio Hinterland

LA PUNTATA È  GIA’ ASCOLTABILE ONLINE, CLICCANDO SUL PULSANTE AUDIO

È Elisa Ruotolo l’ospite della puntata di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 2 maggio 2014.

Con Elisa Ruotolo discutiamo del suo nuovo romanzo “Ovunque, proteggici” (Nottetempo).

Nella seconda parte della puntata, Elisa Ruotolo legge le prime pagine del libro.

trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri

regia: Federico Marin

LA PUNTATA È  ASCOLTABILE ONLINE, CLICCANDO SUL PULSANTE AUDIO

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Letteratitudine in Fm va in onda su Radio Hinterland il venerdì mattina (h.13 circa) e – in replica – il mercoledì mattina (h. 11,00). Per dettagli, consulta il palinsesto della radio.

Puoi ascoltare Radio Hinterland in Fm su 94.600 nelle province di Milano e Pavia, oppure in streaming via Internet cliccando qui.

È possibile ascoltare le puntate precedenti, cliccando qui.

© Letteratitudine

(continua…)

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sabato, 27 luglio 2013

È online la puntata con ELVIRA SEMINARA ospite di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 26 luglio 2013

elvira-seminara-la-penultima-fine-del-mondoÈ online la puntata con ELVIRA SEMINARA ospite di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 26 luglio 2013

PER ASCOLTARE LA PUNTATA, CLICCA SUL PULSANTE AUDIO

Ospite della puntata di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 26 luglio 2013 è stata la scrittrice Elvira Seminara.

Abbiamo avuto modo di discutere del nuovo romanzo “La penultima fine del mondo” (Nottetempo) e delle tematiche da esso affrontato.

PER ASCOLTARE LA PUNTATA, CLICCA SUL PULSANTE AUDIO

* * *

Letteratitudine in Fm va in onda su Radio Hinterland il venerdì mattina (h.13 circa) e – in replica – il martedì sera (h. 20,30) e il mercoledì mattina (h. 11,00). Per dettagli, consulta il palinsesto della radio.

Puoi ascoltare Radio Hinterland in Fm su 94.600 nelle province di Milano e Pavia, oppure in streaming via Internet cliccando qui.

È possibile ascoltare le puntate precedenti, cliccando qui.

© Letteratitudine

(continua…)

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domenica, 23 giugno 2013

È online la puntata con WALTER SITI, ospite di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 21 giugno 2013

walter-sitiÈ online la puntata con WALTER SITI, ospite di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 21 giugno 2013

PER ASCOLTARE LA PUNTATA, CLICCA SUL PULSANTE AUDIO

Ospite della puntata radiofonica di “Letteratitudine in Fm” di venerdì 21 giugno è stato lo scrittore Walter Siti con cui abbiamo discusso del romanzo “Resistere non serve a niente” (Rizzoli), uno dei libri finalisti dell’edizione 2013 del Premio Strega.

Abbiamo discusso della “zona grigia” tra criminalità e finanza e delle altre tematiche affrontate nel romanzo.

Ne abbiamo approfittato, altresì, per porre una domanda sul saggio scritto da Siti per Nottetempo e intitolato “Il realismo è l’impossibile

PER ASCOLTARE LA PUNTATA, CLICCA SUL PULSANTE AUDIO

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Letteratitudine in Fm va in onda su Radio Hinterland il venerdì mattina (h.13 circa) e – in replica – il martedì sera (h. 20,30) e il mercoledì mattina (h. 11,00). Per dettagli, consulta il palinsesto della radio.

Puoi ascoltare Radio Hinterland in Fm su 94.600 nelle province di Milano e Pavia, oppure in streaming via Internet cliccando qui.

È possibile ascoltare le puntate precedenti, cliccando qui.

© Letteratitudine

(continua…)

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lunedì, 1 agosto 2011

SCUSATE LA POLVERE, di Elvira Seminara

http://letteratitudine.blog.kataweb.it/files/2011/06/elvira-seminara-scusate-la-polvere.jpgAltre volte, qui a Letteratitudine, abbiamo affrontato il tema della morte. Vorrei riprenderlo in questo nuovo post, per discuterne da un punto di vista diverso.
Tema tutt’altro che estivo, direte. Be’, non è detto!

Parto subito con una domanda: c’è la possibilità di affrontare il tema della morte in maniera… ironica?
La risposta è affermativa. Dal punto di vista letterario ce ne fornisce un valido esempio il nuovo ottimo e divertente romanzo di Elvira Seminara (già ospite della puntata radiofonica di “Letteratitudine in Fm” dell’1 luglio 2011): “Scusate la polvere”, edito da Nottetempo.
Il libro, raccontato in prima persona, comincia proprio da un particolarissimo incontro tra la protagonista (Coscienza, detta Enza, Enzima, Cosce, Zen, a secondo dei casi) e il fantasma del marito defunto (segue l’incipit del romanzo):
Quando mio marito Andrea mi si parò davanti in cucina, in piedi accanto alla lavastoviglie, con la polpa di fico spalmata in testa e le unghie sporche di fango, capii che non mi sbagliavo, veniva dal cimitero. Mentre lo calavano sottoterra, e io piangevo stretta fra Alice e Mia, avevo visto infatti un grande fico che si spingeva sulla bara come ad abbracciarlo, o forse sorreggerlo durante l’ultimo viaggio. Ed era pieno di frutti.
Ultimo no però, visto che quel giorno, martedì, me lo vidi davanti in cucina. Avevo il pentolino rosso in mano e stavo armeggiando da un po’ per farlo entrare nella lavastoviglie, avevo spostato i bicchieri ma non c’entrava lo stesso, nemmeno un buco per infilarlo. (…)
Potete leggere un generoso estratto del libro cliccando qui.

Insieme all’autrice discuteremo, dunque, di questo romanzo – che conferma il grande talento narrativo di Elvira Seminara, già apprezzato ne “L’indecenza” e ne “I racconti del parrucchiere” – e su alcuni dei temi da esso affrontati. Anticipo che, oltre all’approccio ironico sul tema della morte, “Scusate la polvere” offre molti spunti di riflessione (su alcuni tic e manie dei tempi moderni, ad esempio; oppure su alcune nuove forme di lavoro) e ci invita a diffidare dalle apparenze… perché non sempre le cose sono così come appaiono a prima vista.
Non aggiungo altro e vi rinvio alla bella recensione di Maria Rita Pennisi che trovate alla fine del post.

Prima, però, come al solito, pongo qualche domanda con l’intento di avviare la discussione.

1. L’ironia può, in qualche modo, favorire la cosiddetta elaborazione del lutto?

2. Sul rapporto ironia-morte, e più in generale nel rapporto con la morte, riscontrate differenze tra la nostra (cultura occidentale) e altre culture?

3. Quali sono le affinità tra sorriso e morte?

4. In che modo la leggerezza può meglio interpretare la fine? Come elaborazione, come ricostruzione, come indagine del passato, o semplicemente come contrappeso al dolore della perdita?

5. Spesse volte le apparenze ci portano a raggiungere conclusioni affrettate. Esiste un metodo per evitare che ciò accada, o siamo comunque sempre destinati a rimanere vittime del “ciò che sembra” (salvo ricredersi a seguito di approfondimenti)?

Di seguito, la recensione di Maria Rita Pennisi.

Massimo Maugeri

P.s. Tra i vari contributi dedicati a questo libro, segnalo quello offerto dall’amico Luigi La Rosa sul suo blog Verso il faro (continua…)

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mercoledì, 9 giugno 2010

HO RUBATO LA PIOGGIA, di Elisa Ruotolo

Tra gli esordienti che meritano senz’altro di essere segnalati con convinzione, c’è Elisa Ruotolo.
Nata a Santa Maria a Vico (Ce) nel 1975 dove vive tuttora, laureata in Lettere Classiche, la Ruotolo – dopo aver pubblicato racconti in due antologie – approda in libreria con un suo libro pubblicato dalle edizioni Nottetempo, intitolato Ho rubato la pioggia.
Si tratta di una raccolta di tre racconti lunghi messi in scena con scrittura matura e di qualità… capace di tratteggiare in maniera convincente situazioni, luoghi e personaggi.

Ed ecco una breve presentazione di queste tre storie di provincia.

Nel primo racconto il figlio dell’allenatore di una squadra che perde sempre entra al posto del centravanti e la squadra comincia vincere. E vince tanto che cominciano a chiamarlo “Molto Leggenda”. L’osservatore di un club lo seleziona, ma nei campi di serie A il ragazzo si perde.

Il bambino è tornato a casa” racconta di due sorelle, una lenta e una veloce, che preparano conserve piccanti e sognano con le telenovelas sudamericane, e del nipote Matteo, che scompare a nove anni e forse un giorno ritorna.

Il ragazzino senza madre di “Guardami” abita con il padre e con Silvia, una ragazza che vive pulendo le case degli altri e nella loro si ferma. Cesare, l’amico di famiglia, si innamora di lei ma non riesce a dirlo. Il giovane narratore s’insinuerà in modo decisivo nello scambio silenzioso.

Vorrei concentrarmi sul primo racconto (poi, magari, ci soffermeremo sugli altri nel corso della discussione). Il protagonista, dunque, è un giovane calciatore di talento che comincia a riscuotere successo nei campi di calcio della provincia. Per lui la tifoseria locale conia il nome di “Molto leggenda” (che è il titolo del racconto, appunto). Ma non tutti i talenti sono uguali, e non tutti i talenti sono assoluti… capaci, cioè, di approdare al grande successo. Si ripropone, per certi versi, il tema affrontato dal romanzo di Salvatore Scalia, Fuori gioco. Ma se in quel caso le possibilità di affermarsi del giovane calciatore di provincia furono castrate da un ineluttabile problema di salute, nel caso di “Molto leggenda” la situazione è diversa: è il talento stesso che si mostra insufficiente per consentire il salto ai grandi palcoscenici del calcio nazionale.

Il tema centrale di questo racconto, a mio avviso, è quello del talento sopravvalutato e delle sue conseguenze.

Da qui, un paio di domande… come sempre poste nel tentativo di favorire la discussione.

Cosa accade (o rischia di accadere) quando ci si affida a un talento sopravvalutato?

Fino a che punto è giusto dare spazio al proprio talento? C’è un limite entro cui è meglio fermarsi da soli, o bisogna sempre attendere che siano la vita e gli eventi a sbarrare la strada?

La forza di volontà, può migliorare il talento… o può soltanto supportarlo?

Ed è più grande la delusione dell’insuccesso, o il rammarico di non averci provato?

Invito tutti voi a discutere di questo libro e dei temi proposti (con la partecipazione dell’autrice). Anzi, ne approfitto subito per presentarvi Elisa Ruotolo facendovi sentire la sua voce nell’ambito di questa intervista radiofonica rilasciata a Fahrenheit… mentre su Bookweb.tv potete anche vederla in video.

Massimo Maugeri

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lunedì, 14 dicembre 2009

LETTERATURA DI MADRI E FIGLIE: Sandra Petrignani, Dora Albanese

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Il filo conduttore di questo post è il rapporto tra madre e figlia: uno dei più importanti tra quelli contemplati nell’ambito delle relazioni umane. Un rapporto non sempre facile, ma essenziale. Che muta nel tempo, ma che – alla fine (forse) – rimane sempre uguale.

Vorrei discuterne con voi insieme a due scrittrici (appartenenti a generazioni diverse) che hanno pubblicato – di recente – due testi di narrativa che, a mio avviso, sono collegati proprio dal tema che propongo in questa discussione: Sandra Petrignani (scrittrice notissima) e Dora Albanese (esordiente, ma già nota ai frequentatori di questo blog).

Introduco subito qualche domanda con l’intento di favorire la discussione:

Rispetto agli altri tipi di rapporti umani, cos’è che caratterizza quello tra madre e figlia?

È un rapporto basato più sulla complicità o sulla conflittualità?

Quali sono i rischi? E quali le opportunità?

Quali sono le fasi della vita (sia della madre, che della figlia) più delicate? Quelle che influenzano di più il loro modo di relazionarsi?

E come è cambiato il rapporto madre/figlia, in questi anni? Che differenza c’è – oggi – rispetto a venti, trenta, cinquant’anni fa?

Infine… che differenza c’è – a vostro avviso – tra il rapporto madre/figlia e quello madre/figlio?

I due libri protagonisti di questo post, in un modo o nell’altro, affrontano questo argomento.

Il libro di Sandra Petrignani è un romanzo intitolato  “Dolorose considerazioni del cuore” (edito da Nottetempo). Ecco la scheda…

Dal suo rifugio sotto le coperte, Tina racconta a Vittoria, amica amatissima, persa e ritrovata, i fatti, il disordine e i ricordi degli anni in cui una brusca rottura le ha tenute lontane. Nel tentativo di ricondurre a un unico, ricorrente malamore i tanti modi in cui ha amato, Tina recupera dai suoi cassetti brani di romanzi incompiuti e li annoda alla testimonianza di un presente insopportabile. L’assistenza a due genitori anziani, incattiviti da una relazione infelice, riporta in superficie le sofferenze infantili e permette di ricomporre gli indizi di un antico rifiuto. Si delinea così l’”autobiografia di una borderline” dalla caotica vita sentimentale, nella quale gli affetti vivono di strappi e tormentosi ritorni. Eppure il cielo resta alto sulle rovine e una ricomposizione è possibile.


Dora Albanese, invece, per i tipi di Hacca, ha pubblicato la raccolta di racconti “Non dire madre“…

Attraverso il topos della maternità, Dora Albanese racconta tre metamorfosi sociali e culturali del Sud postbellico: la dura maternità della Lucania “interna”, ancora legata a feroci e dolcissimi stili contadini; la frustrata maternità piccolo-borghese di una Matera “piana”, dimentica della superba e misera civiltà dei Sassi; e, infine, la maternità delle nuove generazioni, sospese tra “ritorni al passato”, fastidi per un benessere di facciata, e goffi e ostinati tentativi di abbracciare il mondo, magari attraverso un altro topos di questo libro, quello dell’emigrazione. In Non dire madre il tema della maternità e della femminilità è ossessivamente indagato e sviscerato con franchezza, senza abbellimenti estetici e senza indulgenze; anzi, le donne di questo libro sono sempre colte in un estremo momento di quotidianità scoperta, finanche di buffa sciatteria. A Dora Albanese interessa il trucco che si scioglie sul viso, l’odore immediato della carne e della placenta, la calata delle maschere, l’emergere impietoso delle paure, delle viltà, dei sentimenti più immediati, senza temere né la crudeltà né il sentimentalismo – dilagante attitudine, quest’ultima, di un Sud che, a furia di recitare, ha pure imparato a recitare i sentimenti.

Seguono due recensioni: la prima, firmata da Stefania Nardini, riguarda il romanzo di Sandra Petrignani; la seconda, di Gianfranco Franchi, è relativa alla raccolta di racconti di Dora Albanese.

(Spero che Stefania e Gianfranco abbiano la possibilità di partecipare al dibattito).

Siete tutti invitati a discutere dei due libri e dei temi proposti.

Massimo Maugeri

P.s. Potete ascoltare le interviste che le autrici protagoniste di questo post hanno rilasciato alla trasmissione Fahrenheit. Quella di Sandra Petrignani è qui… quella di Dora Albanese è qui. (continua…)

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